4 ottobre 2025
Aggiornato 01:00
CASO ILVA

«Archiną per me č indispensabile in quel momento»

RP | RP | RP | Vendola: «La mia cordialitą, una risata su un video di sette mesi prima, anche le parole inappropriate che posso rivolgere a un giornalista, sono solo un modo di riannodare quel filo. Deve tranquillizzare la proprietą e portarla ad una riunione a cui la Regione chiede un risultato da campionato del mondo. Vincere sul fronte ambientale senza perdere sul fronte occupazionale»

BARI – Nichi Vendola è tornato sulla sua telefonata con il capo comunicazione dell'Ilva, Griolamo Archinà.

VOLEVO RIANNODORE IL FILO - Il governatore della Puglia, intervenendo oggi al Consiglio regionale riunito in seduta straordinaria sul caso Ilva ha detto: «La mia cordialità, una risata su un video di sette mesi prima fattomi vedere estemporaneamente da amici, anche le parole inappropriate che posso rivolgere a un giornalista, sono solo un modo di riannodare quel filo: in verità l`oggetto della mia ilarità è proprio lui, per il buffo atteggiamento da servitore zelante, per quello 'scatto felino'. Ho persino paura che si senta preso in giro da quel mio ridere, che ne comprenda il senso reale».

ARCHINA' MI ERA INDISPENSABILE - Il leader di Sinistra ecologia e liberà ha continuato: «Ma Archinà per me è indispensabile in quel momento: deve tranquillizzare la proprietà e portarla ad una riunione a cui la Regione chiede un risultato da campionato del mondo. Vincere sul fronte ambientale senza perdere sul fronte occupazionale. Chi non comprende questo, che è tanta parte della storia mia di questi anni, può indugiare in analisi dietrologiche, criminologiche, filologiche o semantiche, ma non comprenderà l`essenziale. Può vedere il torbido, anche quando non se ne comprende il perché. Perché svendere la più bella tra le battaglie della mia vita?».

NON ERO A LIBRO PAGA - Il presidente della Puglia ha concluso: «E` tutta qua la cordialità con Gerolamo Archinà, con l`uomo con cui parla tutta Taranto, l`uomo che cosparge Taranto di compensi, di contratti pubblicitari, di finanziamenti, di promesse occupazionali, di prebende (almeno sono queste le cose che emergono dalle inchieste giornalistiche e da quella giudiziaria). Io non sono in quell'agenda di gratificazioni, non sono in quel libro-paga, al vecchio Emilio Riva ho detto fin dal primo giorno che con me i rapporti saranno regolati dal rispetto di alcuni valori con cui la grande fabbrica ha poca confidenza: il valore della vita continuamente minacciata dagli incidenti sul lavoro, costantemente ferita e spesso strozzata dai veleni, sempre in bilico quando perdi il lavoro e guadagni la povertà».