Vendola su Renzi: «Un'avvertenza: il marketing non può sostituire la politica»
Il leader di Sel: «Apprezzo lo sforzo di rinnovare il linguaggio, ma non servono furbizie lessicali, né la via semantica al socialismo»
BARI - Il leader di Sinistra ecologia e libertà (Sel), Nichi Vendola è tornato a fare apprezzamenti sul sindaco di Firenze: «Di Renzi apprezzo lo sforzo di rinnovare il linguaggio, ma con un'avvertenza: il marketing non può sostituire la politica. Non servono furbizie lessicali, né la via semantica al socialismo. Vorrei capire qual è la sua idea del declino del Paese, del suo sprofondare nella povertà diffusa».
FARE CONTI CON POVERTÀ - Intervistato da Il Manifesto, Vendola ha proseguito: «C'e' una parola antica che afferra le caviglie delle giovani generazioni, del lavoro e delle famiglie: 'diseguaglianza'. Dobbiamo o no fare i conti con il fatto che la povertà è cresciuta e anche la ricchezza di chi gode di un trattamento fiscale di favore? Solo in un Paese berlusconizzato ci si autocensura dinanzi alla necessità di una patrimoniale sulle rendite finanziarie».
NO A PRESIDENZIALISMO - Quanto alla parte del discorso di Renzi sulla legge elettorale, ha commentato il governatore della Puglia: «E' quella che trovo più vecchia. La suggestione presidenzialista è figlia di una vecchia operazione ideologica che cerca di attribuire alla democrazia la colpa delle inefficienze e delle crisi. Renzi rifletta meglio. La democrazia dev'essere salvaguardata dai richiami plebiscitari e dagli uomini della provvidenza».
ATTENTI A «BACI PERUGINA» - Poi Vendola è tornato a richiamare Renzi sulle larghe intese: «Bisogna prendere sul serio Renzi e incalzarlo sul terreno della concretezza, segnalando ai suoi apologeti i rischi delle retoriche nuoviste. Alla Leopolda è andato in scena il 'mai più larghe intese'. Ma se le larghe intese sono la crisi della politica e l'agonia della sinistra, perché quel 'mai più è proiettato in un indefinito domani? Le larghe intese - prosegue il leader di Sel - sono state percepite come una minaccia dalle straordinarie piazze del 12 ottobre - in difesa della Costituzione - e del 19 - la denuncia della ferocia delle politiche dell'austerità. E ora suscitano indignazione anche nella platea della Leopolda: allora perché il Pd ne è il pilastro? Renzi abbandoni il teatrino e guardi la realtà. Altrimenti il 'mai più larghe intese' diventa un biglietto dei Baci Perugina».
- 05/03/2019 Zingaretti: «Salvini affonda il Nord e il sovranismo è un imbroglio»
- 05/03/2019 Zingaretti vince bene, renziani spiazzati aspettano le europee
- 04/03/2019 Primarie PD, Veltroni: «Segnale di luce, opposizione più forte»
- 04/03/2019 Matteo Renzi prova a rassicurare Zingaretti: «Nessuna guerriglia da parte mia»