1 maggio 2024
Aggiornato 12:00
Tragedia di Lampedusa

«Candidiamo l'isola per il Nobel per la pace»

Il ministro dell'Interno: «Occorrerebbe promuovere al mondo questa straordinaria terra dal cuore grandissimo, con quel premio per aver accolto migliaia di migranti. Credo che occorra fare una grande battaglia perché le venga assegnato»

LAMPEDUSA - Il ministro dell'Interno Angelino Alfano si è recato a Lampedusa dopo la morte di decine di migranti a largo delle coste dell'isola e ha spiegato: «Le operazioni di soccorso non si sono fermate mai. Tutta la notte c'è stata un'azione indefessa dei nostri soccorritori. Se oltre 150 vite sono state salvate lo si deve alla capacità, alla tempestività, prontezza ed efficienza dei nostri soccorritori. E anche i pescatori e i dipartisti di Lampedusa che hanno fatto la spola per soccorrere i naufraghi e portarli alle imbarcazioni di soccorso. I morti, fin qui sono 111 ma il bilancio non è definitivo. Ci sono - ha aggiunto il titolare del Viminale altre decine di corpi nel peschereccio affondato».

CANDIDARE LAMPEDUSA A NOBEL PER PACE - Alfano nel ringraziare i soccorritori ha lanciato la proposta: «Occorrerebbe promuovere Lampedusa al mondo come premio Nobel per la pace. Credo che occorra fare una grande battaglia perché le sia assegnato questo premio. Ne parlerò col presidente del Consiglio. Dovremmo attivare tutte le procedure per candidare questa straordinaria isola dal cuore grandissimo che ha accolto in tanti anni migliaia di immigrati».
Il vicepremier ha poi invitato tutti a «sospendere in queste ore la polemica politica sulle leggi del nostro Paese, fino a quando non avremo completato le operazioni di recupero. Poi ci occuperemo delle cose pratiche, concrete, serie che possano risolvere questo problema. A cominciare dall'Europa».

CANCELLARE BOSSI-FINI NON RISOLVE NULLA - Poco dopo Alfano ha ribadito il concetto, parlando di legge sull'immigrazione: «Se cancellando la Bossi-Fini risolvessimo il problema mi precipiterei a Roma a presentare l'emendamento soppressivo. Purtroppo la questione è molto più complicata e, mentre ancora raccogliamo i morti, eviterei polemiche politiche che non hanno nulla a che fare con la soluzione del problema».

UE DEVE PROTEGGERE SUE FRONTIERE - Quindi il segretario del Popolo della libertà ha richiamato l'Unione europea a «uno slancio di intelligenza e di visione. Bisogna smettere di parlare di emergenza. L'Europa, come seppe avviare la ricostruzione dopo la seconda guerra mondiale, oggi deve capire che non c'è più il tema dell'emergenza, ma uno strutturale problema di globalizzazione che crea questi flussi migratori non un anno si e uno no, ma tutti gli anni quando il mare è buono. La visione non può più essere emergenziale. Con Schengen, gli Stati nazionali hanno cancellato con la gomma i confini disegnati a matita nei secoli precedenti. Adesso occorre una penna ben definita che segni il confine dell'Europa. E proteggere quella frontiera se l'Europa non vuole che nascano populismi e nazionalismi».

UE VIGILI MARI, NON CIELI - Alfano ha proseguito, dicendo che l'Ue ha previsto un sistema di controllo dei propri confini inefficace: «E' il Frontex, un sistema di protezione europea che oggi non è efficace. Queste frontiere dovrebbero essere vigilate dall'Europa per via navale, per via aerea. Tutto ciò esiste in teoria ma in pratica non è per nulla efficace. La seconda questione - ha proseguito - è quella che riguarda il Regolamento di Dublino, cioè quell'accordo che stabilisce che sull'immigrazione il maggior peso va al Paese di primo ingresso».