26 aprile 2024
Aggiornato 04:30
Partiti | Crisi PDL

Nel Pdl tutti contro la Santanchè

Dopo le uscite della «pitonessa» su una nuova Forza Italia «presidenzialista e senza segretario», i suoi compagni di partito l'hanno attaccata. Schifani: «Polemica sbagliata in tempi e contenuti», Brunetta: «Basta vociare di comari e compagni golosi», Gasparri: «Gli italiani vogliono concretezza. Per il glamour e il fashion c'è già Renzi»

ROMA - «Francamente sono molto sorpreso per la polemica dell'onorevole Daniela Santanchè nei confronti di Angelino Alfano. Una polemica sbagliata nei contenuti e nel momento scelto visto che oggi lo scontro politico è concentrato sul ruolo e il futuro di Berlusconi sottoposto ad un durissimo attacco politico e giudiziario. Questo dovrebbe essere il momento dell'unità e non della divisione». Il primo nel Popolo della Libertà (Pdl) a bacchettare la «pitonessa» per le sue uscite sulla futura «Forza Italia» (partito presidenziale con a capo Berlusconi e senza segretari, ndr) è stato Fabrizio Cicchitto.

SI RICORDI SUO RUOLO DI ORGANIZZATRICE - Il senatore ha continuato: «Per di più la Santanchè non deve mai dimenticare che è responsabile dell'organizzazione del partito e che quindi dovrebbe svolgere un ruolo di garanzia e di mediazione nei confronti di tutti e non di divisione. Tutto ciò conferma la valutazione opposta a quella della Santanchè, secondo la quale nel futuro del centro destra deve esserci Alfano, che ha sempre svolto un ruolo di equilibrio e deve esserci ad un gruppo dirigente pluralista e rappresentativo. Il partito deve avere un assetto interno democratico e radicato sul territorio. Poi se i ministri rimarranno o meno nel governo ciò dipenderà da una valutazione politica generale fatta da tutto il partito e in primo luogo da Berlusconi: metterli sotto accusa per la loro collaborazione di governo è un atto ingeneroso e politicamente sbagliato».
Secondo Cicchitto «emerge un nodo politico da sciogliere che riguarda non solo la forma-partito di Forza Italia ma anche il suo ruolo politico di fondo, cioè se si tratta di un grande partito che combina insieme il permanente ruolo carismatico di Berlusconi e l'aggregazione di larga parte dei moderati, dei garantisti, dei riformisti oppure una forza estremista, marginale anche perché si auto- emargina. Comunque di tutto ciò, una volta sciolto il nodo politico fondamentale riguardante in primo luogo Berlusconi sul quale si deve concentrare oggi tutta la nostra attenzione, bisogna aprire una seria discussione interna, senza creare fatti compiuti che provocherebbero inutili polemiche e divisioni».

BRUNETTA, QUALI VANTAGGI IN DIVISIONI? - Poi è stato il turno di Renato Brunetta, presidente dei deputati del Pdl: «Mentre il Partito democratico (Pd) vede all'opera l'asfaltatore Renzi, constato che l'irresponsabilità del sindaco di Firenze trova incauti epigoni anche nel Popolo della Libertà. A chi giova infatti l'azione privata e pubblica di personaggi che usano la vicinanza vera o presunta al presidente Berlusconi per fomentare divisioni risibili tra falchi e colombe credendo di averne improbabili vantaggi?».

BASTA VOCIARE DI COMARI E COMPARI GOLOSI - Brunetta ha quindi invitato tutti all'unità: «Ben altra compattezza e unità chiede questo tempo in cui alla crisi economica si somma l'amputazione della democrazia - ha avvertito Brunetta -. La volontà giudiziaria e politica di eliminare il leader di dieci milioni di italiani richiede di accantonare ambizioni personalistiche il cui esercizio oggi porta munizioni ai nemici di Berlusconi e del nostro Paese. Questo vociare da comari e compari golosi di predilezioni e di incarichi deve finire al più presto».

GASPARRI, PER GLAMOUR C'E' GIÀ RENZI - Anche Maurizio Gasparri, vice presidente del Senato ha utilizzato il paragone con il Partito democratico: «Mentre la sinistra politica e quella giudiziaria attaccano in modo fumoso Berlusconi, di tutto si avverte il bisogno tranne che d'interpreti autentici del verbo. Premesso che anche gli avversari scopriranno che dopo Berlusconi c'è Berlusconi, riferimento di una vasta area che è e sarà il prevalente presidio del centrodestra, oggi serve consolidare un progetto unitario che, dagli strumenti tradizionali a quelli innovativi, metta in campo ogni risorsa per battere la sinistra. Quella stantia dei vecchi Ds e quella dei nuovi piacioni alla Renzi con il compitino quotidiano preparato da guru simil Pieraccioni. Il resto è vecchio sgomitamento che serve a ben poco. Gli italiani vogliono concretezza. Per il glamour e il fashion c'è già Renzi».

BONDI, CRITICHE SPROPOSITATE E INGENEROSE - Il coordinatore del Pdl Sandro Bondi ha usato toni più pacati: «Il nostro partito è impegnato in una difficile battaglia per la democrazia e la libertà, stretto e unito come non mai attorno al Presidente Silvio Berlusconi. Diverse sensibilità esistenti nel nostro partito, così come il legittimo confronto democratico, non devono e non possono offuscare questa realtà e questa forza irrinunciabili per vincere la sfida in cui siamo impegnati. Poiché ritengo che, per le ragioni ricordate, anche nel futuro Angelino Alfano continuerà ad avere un ruolo di primo piano a fianco del Presidente Silvio Berlusconi, appaiono spropositate e ingenerose le critiche a Daniela Santanché, che rappresenta una voce autorevole e appassionata del nostro movimento, impegnata come tutti in una battaglia decisiva per il nostro futuro e per il futuro del nostro Paese».