Nessun accordo sul calendario della Giunta per le elezioni
Caliendo (Pdl): «Stiamo discutendo se votare mercoledì o giovedì della prossima settimana, si sono irrigiditi su questo: è incredibile». Pezzopane (Pd): «Non possiamo venir meno a quello che dice la legge Severino, che parla di immediata deliberazione»
ROMA - Nessun accordo sul calendario dei lavori per l'esame dell'ipotesi di decadenza dalla carica parlamentare di Silvio Berlusconi. La Giunta del Senato, dopo una prima richiesta avanzata dal Popolo della libertà (Pdl) di portare a fine mese la votazione finale sulla relazione Augello che propone di convalidare l'elezione di Berlusconi nonostante la condanna per frode fiscale, si è arenata.
CALIENDO (PDL), RIGIDITA' INCREDIBILE - Secondo Giacomo Caliendo (Pdl): «Stiamo discutendo se votare mercoledì o giovedì della prossima settimana, si sono irrigiditi su questo: è incredibile».
PEZZOPANE (PD), IMMEDIATA DELIBERAZIONE - Stefania Pezzopane del Pd ha ribattuto, accusando il Pdl di «non aver l'intenzione di arrivare alla conclusione di questa prima fase» ed ha ricordato che dopo la prevedibile bocciatura della proposta Augello «si apre una seconda fase, quella della contestazione» della posizione del leader del Pdl.
In ogni caso, ha aggiunto, «se c'è volontà di accordo si vedrà domani in Giunta. Non possiamo venir meno a quello che dice la legge Severino, che parla di immediata deliberazione».
STEFANO, CALENDARIO CORTO - Il presidente della Giunta, Dario Stefàno (Sel), ha sottolineato, al termine della seduta dell'ufficio di presidenza, che «in ogni caso stiamo parlando di un calendario corto. Deciderà la Giunta domani, prima dell'inizio della discussione generale».
«Da presidente - ha spiegato ai cronisti - cercherò di formulare una proposta che consenta di raggiungere la maggioranza più larga possibile in Giunta». Quanto al fatto che l'ufficio di presidenza la spaccatura si sia consumata per un solo giorno di differenza (il Pdl proponeva di votare giovedì prossimo, il Pd mercoledì, ndr), Stefàno ha commentato: «Sono posizioni che legittimamente sono state espresse. Devo dire che le distanze erano minori di quello che ci sarebbe potuto aspettare. È stato importante avviare la procedura, sarà importante portarla a termine».
AUGELLO (PDL), DIVERSE SEDUTE - Un «tempo ragionevole», quindi «diverse sedute» della Giunta la previsione sui tempi del lavoro della commissione fatta dal relatore Andrea Augello (Pdl). Il relatore a La telefonata di Canale 5 ha detto: «Sarà possibile per la Giunta esprimere il proprio voto per ogni gruppo su ognuna delle richieste che noi abbiamo fatto prima di decidere se Berlusconi decade o non con l'ultima dichiarazione di voto. Quindi così si lascia aperta la possibilità, se si trovasse un'intesa, di fare scelte diverse dal decidere semplicemente se Berlusconi decade o no. Per esempio andare dal giudice europeo, come peraltro prevede la legge in questi casi. Secondo, significa che c'è un tempo ragionevole per approfondire questa storia».
Incalzato su una maggiore precisione sui tempi, Augello ha spiegato: «Diverse sedute, poi non dipende da me quanto tempo ci vuole, perché dipende dall'Ufficio di presidenza decidere se fare cinque sedute in una settimana o in un mese».
Augello ha poi sottolineato: «Il ricorso alla Corte europea di Lussemburgo è previsto dal Trattato di Lisbona ed è quindi obbligatorio in caso di situazioni in cui c'è anche solo un ragionevole dubbio». Il relatore ha continuato: «Il giudice, dice il trattato deve, non può, deve rinviare pregiudizialmente la questione a Lussemburgo e Lussemburgo tra l'altro dichiara l'ammissibilità in circa otto settimane, non in tre anni».
LUSSEMBURGO VALUTA IN 2 MESI - «La Corte di Lussemburgo - ha aggiunto Augello - in due mesi valuta l'ammissibilità, se la ammette è evidente che c'è il fumus (fumus persecutionis, ndr) e si vuole esprimere e quindi bisogna aspettare, ma se non lo ammette la motivazione fa giurisprudenza. E a quel punto decade ogni dubbio e decadono anche gli argomenti del relatore. Ma la legge dice che si deve fare questo, non è un'opzione».
BRUNETTA, COLLE HA FRENATO IL PD - «Il Pd evidentemente si è accorto di aver sbagliato, l'accelerazione era sbagliata. Pensare la decadenza del senatore Berlusconi in 24 ore era follia pura. Evidentemente qualcuno se ne è accorto e qualcuno ha frenato il Partito democratico. Penso, molto probabilmente, anche se non lo so con esattezza, il Colle più alto». Così Renato Brunetta, capogruppo del Pdl alla Camera dei deputati, in un'intervista a «Radio anch'io».
«Il Partito democratico - ha sottolinea l'ex ministro - ha fatto marcia indietro e si è diffuso un po' di buon senso, solo un po' di buon senso. Loro insistono a dire, senza se e senza ma, che la decadenza debba essere decisa e al più presto e sul più presto sono anche d'accordo, perché questa incertezza deve finire. Noi siamo dell'avviso che l'applicazione della legge Severino sia incostituzionale, che non si può applicare la legge Severino in forma retroattiva, e chiediamo che sia la Corte Costituzionale oppure la Corte del Lussemburgo a decidere. Metà Paese la pensa così, metà dei costituzionalisti la pensano così, i dubbi sono chiarissimi da questo punto di vista».
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