2 maggio 2024
Aggiornato 14:30
Politiche europee | Vertice UE

Letta soddisfatto: «Abbiamo vinto sul lavoro»

«Per usare una metafore calcistica, abbiamo vinto bene sulla lotta alla disoccupazione giovanile, vinto di misura sull'unione bancaria e pareggiato sul ruolo della Banca europea degli investimenti». Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha introdotto con i giornalisti il suo resoconto sui risultati del vertice Ue

BRUXELLES - «Inizio questa conferenza stampa col sorriso, mi sembra che abbiamo ottenuto un risultato importante per l'Italia e per l'Europa: per usare una metafore calcistica, abbiamo vinto bene sulla lotta alla disoccupazione giovanile, vinto di misura sull'unione bancaria e pareggiato sul ruolo della Banca europea degli investimenti». Così il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ha introdotto con i giornalisti il suo resoconto sui risultati del vertice Ue tenutosi ieri e oggi a Bruxelles, e dedicato in particolare alle misure concrete per il lavoro si giovani e il sostegno alle piccole e medie imprese.

GOVERNO CREDIBILE - Polemizzando con quanti continuano a sollecitarlo, per imporre gli interessi italiani con i partner europei, a «battere i pugni sul tavolo», o «la scarpa come Nikita Krusciov» negli anni '50 alle Nazioni Unite, Letta ha detto di aver usato tutt'altro metodo per convincere il Consiglio europeo a dare massima priorità alla lotta alla disoccupazione e alle misure concrete per combatterla: «Abbiamo ottenuto buoni risultati perché abbiamo individuato un obiettivo, e siamo stati credibili presentando un piano nazionale che stava dentro il bilancio e non sfasciava i conti, e così abbiamo fatto sì che il tema diventasse importante per tutti i leader europei», compresa la cancelliera tedesca Angela Merkel, a cui il premier ha detto di aver parlato per prima, «già il 30 aprile», di questo proposito, poi accolto dal presidente del Consiglio europeo, Herman Van Rompuy.

VITTORIA DI MISURA - La «vittoria di misura» sull'unione bancaria, di cui l'accordo all'Ecofin di giovedì notte sul sistema di risoluzione delle crisi bancarie rappresenta un importante nuovo pilastro, è dovuta al fatto che è stato scongiurato un ambiguo tentativo di sostituire, nelle conclusioni del vertice, il riferimento a questo progetto e ai suoi tempi di realizzazione (con inizio nel 2014), sostituendolo con un generico riferimento a un maggiore coordinamento fra gli Stati membri, e non menzionando l'obbligo di costituire dei fondi nazionali di salvaguardia contro le crisi bancarie.

IL RUOLO DELLA BEI - Quanto al 'pareggio', per Letta la questione è che andrebbe rafforzato ancora di più il ruolo della Banca europea degli investimenti (Bei), per quanto riguarda il suo mandato di «far crescere l'economia», aumentando i suoi prestiti alle imprese anche più di quanto è stato deciso (il 40% nei prossimi due anni, la proposta iniziale era il 50%). Diversi Stati membri (i nordici e la Germania) hanno paventato che un aumento eccessivo dei prestiti della Banca rischierebbe di farle perdere la tripla A delle agenzie di rating. «Se la Bei non fa nulla - ha osservato il premier -, mantiene certamente la tripla A, ma non attua il suo mandato. Dal vertice - ha aggiunto - avrei sperato qualche cosa in più, una sottolineatura in più, perché l'Europa ha bisogno di una Bei più produttiva, che sia veramente un braccio per l'economia reale. E l'Italia - ha concluso Letta - continuerà a lavorare per quest'obiettivo, anche per proteggere la Bce», che questo ruolo di sostegno all'economia non può svolgerlo per statuto, come dimostra il fatto che sia stata attaccata per molto meno di fronte alla corte costituzionale tedesca di Karlsruhe.