29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
Giustizia e sovraffollamento carcerario

Cancellieri: La filosofia del «svuotacarceri» è un nuovo modo di espiare la pena

Lo ha rivendicato il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, nella conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri, contestando «alcune cose che ho letto sui giornali: francamente non so in base a cosa qualcuno abbia potuto scrivere che usciranno i mafiosi o cose del genere»

ROMA - Il decreto in materia di sovraffollamento carcerario «non è uno 'svuotacarceri', ma una nuova filosofia, un nuovo modo di espiare la pena». Lo ha rivendicato il ministro della Giustizia Anna Maria Cancellieri, nella conferenza stampa a palazzo Chigi al termine del Consiglio dei Ministri, contestando «alcune cose che ho letto sui giornali: francamente non so in base a cosa qualcuno abbia potuto scrivere che usciranno i mafiosi o cose del genere».

SI ABBASSA IL TASSO DI RECIDIVA - Il ministro ha ricordato che «da 30 anni c'è una condanna della Ue per la situazione delle carceri italiane, ma il problema non è solo il sovraffollamento, ma l'approccio generale del problema». Dunque il piano di edilizia carceraria che porterà nuovi 10mila posti letto in carcere entro il 2016, «non assolutamente sufficiente. Dobbiamo affrontare problema della politica carceraria», in particolare con le misure alternative. Anche perchè «c'è un abbassamento del tasso di recidiva veramente interessante per chi svolge attività lavorativa e vede il suo passaggio in carcere come un miglioramento della propria vita».

«PORTE GIREVOLI» - In particolare «si è andato a toccare aspetti normativi per cui il detenuto entrava in carcere, ci stava pochi giorni, poi veniva mandato ai domiciliari. Il fenomeno delle 'porte girevoli' comporta un movimento di 20-30mila persone che vanno e vengono. Ora c'è una logica diversa: tutti i meccanismi alternativi vengono posti in atto», ha concluso Cancellieri.