Bersani a Monti: «Non è pensabile un accordo PD-PDL»
Il Segretario del PD ha ribadito che non vede facili soluzioni alternative, oltre al governo di cambiamento affiancato da un percorso di riforme. Il Pdl si può coinvolgere con la convenzione delle riforme ma non al governo: il paese ha bisogno di una direzione univoca, chiara, che un governo Pd-Pdl non può dare
ROMA - Si è parlato anche di governo e Quirinale, durante il colloquio tra Pier Luigi Bersani e Mario Monti a palazzo Chigi. La questione del Quirinale è stata risolta come spiegato nel comunicato congiunto, che parla della necessità di trovare un'ampia condivisione. Per quanto riguarda il governo, invece, Bersani avrebbe ribadito la sua idea: serve un governo «di cambiamento», come quello proposto dal Pd, e non è pensabile un accordo Pd-Pdl per l'esecutivo, perlomeno non con Bersani come premier.
Bersani ha ribadito che non vede facili soluzioni alternative, oltre al governo di cambiamento affiancato da un percorso di riforme. Il Pdl si può coinvolgere con la convenzione delle riforme ma non al governo: non è bon-ton ipotizzare governo Pd-Pdl, il paese ha bisogno di una direzione univoca, chiara, che un governo Pd-Pdl non può dare.
Veltroni: Nuove elezioni non con questa legge elettorale - «Abbiamo bisogno di trovare rapidamente una soluzione»: lo ha detto l'ex leader del Pd Walter Veltroni, intervistato d Sky Tg24 sul tema della formazione del governo. «Ci sono le condizioni per fare un governissimo Pdl-Pd? Secondo me no, l'idea che stiano insieme nello stesso governo ministri del Pd e del Pdl, per la storia di questi anni mi pare molto difficile. E' possibile fare un governo che vada allo sbando, che raccolga tre senatori da una parte, due dall'altra... A me Scilipoti non mi piaceva col centrodestra, non mi piacerebbe uno Scilipoti... Non si può fare, non è una cosa seria e non è una cosa che il Pd potrebbe fare».
«Si può andare - ha proseguito Veltroni - a elezioni a giugno, come qualcuno dice? Con questa legge elettorale? Con il rischio di avere di nuovo un Senato ingovernabile? E poi che facciamo, dopo un altro esito elettorale inconcludente? Secondo me c'è un solo spazio, nel quale tutte le forze politiche, se avessero senso di responsabilità, dovrebbero collocarsi: fare un governo, che abbia un programma sulle due questioni economia e legge elettorale-riforme istituzionali, che vada in Parlamento con l'obiettivo di ottenere un consenso ampio, ma un governo non politico in senso tradizionale. E poi che sui singoli provvedimenti ottenga il consenso».
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