Ingroia fuori dal Parlamento: «Ma il futuro di Rivoluzione civile continua»
Lo spettro della sconfitta patita nel 2008 dalla Sinistra arcobaleno di Fausto Bertinotti si è dunque materializzato anche per la coalizione nata nel dicembre scorso dall'accordo tra l'ex procuratore di Palermo, che ha raccolto attorno a sé alcuni esponenti del mondo pacifista e dei movimenti antimafia, e Idv, Rifondazione comunista, Pdci, Verdi, Arancioni del sindaco De Magistris
ROMA - Il primo verdetto definitivo nella lunga e incerta maratona elettorale riguarda Antonio Ingroia: la sua lista Rivoluzione civile non ha ha raggiunto il quorum né alla Camera né al Senato ed è fuori dal Parlamento. Non è stato necessario attendere la fine dello spoglio per averne la certezza, visto che tutti i dati, sia quelli delle proiezioni sia quelli dello spoglio parziale stimano la lista fra l'1,7 e il 2,5 per cento, con le punte massime fra il 3 e il 4% nella Sicilia occidentale, terra d'origine del magistrato prestato alla politica.
Lo spettro della sconfitta patita nel 2008 dalla Sinistra arcobaleno di Fausto Bertinotti si è dunque materializzato anche per la coalizione di sinistra nata nel dicembre scorso dall'accordo tra l'ex procuratore aggiunto di Palermo, che ha raccolto attorno a sé alcuni esponenti del mondo pacifista e dei movimenti antimafia, e Idv, Rifondazione comunista, Pdci, Verdi, Arancioni del sindaco di Napoli Luigi de Magistris. Nei primi commenti a caldo Ingroia ha puntato il dito sul Pd per un risultato «al di sotto dell'obiettivo anche se sapevamo che correvamo in condizioni proibitive perché la sinistra ha rifiutato qualsiasi accordo con noi. Bersani - ha rincarato la dose l'ex PM - si è preso la responsabilità di consegnare il Paese o al centrodestra o all'ingovernabilità» e per questo il centrosinistra dovrebbe fare ora «un po' di mea culpa».
In realtà la neonata forza di Ingroia è stata probabilmente vittima, come le coalizioni principali, dell'esplosione del Movimento 5 stelle, che ha scavato in tutti i bacini elettorali, ma in un bacino di ridotte dimensioni come quello della ex sinistra radicale potrebbe avere inciso in proporzioni maggiori. In passato il leader di Rc aveva ipotizzato di poter tornare a fare il magistrato, magari da giudice nel settore civile e non più da inquirente penale. Ma a urne chiuse, la sua prima dichiarazione è sembrata aprire a una prosecuzione del progetto: «Penso al futuro di Rivoluzione Civile che continua e da domani - ha detto Ingroia - penserò alla futura competizione elettorale alle quale parteciperà».