19 aprile 2024
Aggiornato 03:30
Centrosinistra | Elezioni Politiche 2013

Il PD, le inchieste e il rischio ingovernabilità

La «grande coalizione» torna a dominare nei ragionamenti dei partiti in vista delle elezioni, in casa PD molti temomo che l'effetto della raffica di inchieste sulla campagna elettorale possa portare altra benzina nel motore di Beppe Grillo e facilitare quello stallo su cui Mario Monti punta tutte le sue carte

ROMA - La 'grande coalizione' torna a dominare nei ragionamenti dei partiti in vista delle elezioni, in casa Pd molti temono che l'effetto della raffica di inchieste sulla campagna elettorale possa portare altra benzina nel motore di Beppe Grillo e facilitare quello stallo su cui Mario Monti punta tutte le sue carte. Non che i centristi sembrino godere di ottima salute, ma il Professore conta su una situazione di 'pareggio' proprio per rilanciare il progetto che pure oggi è tornato a ventilare: «'Scelta Civica non ha nessuna alleanza in mente e non ha avuto nessuna conversazione in vista di alleanze, con nessuno», centrodestra e centrosinistra «sono poli forse fatti per vincere le elezioni, ma certamente non fatti per governare. Il nostro disegno è quello di unire delle forze a favore delle riforme, magari provenienti dall'uno e dall'altro polo».

Ovviamente, è un disegno attuabile solo se il risultato elettorale sarà di un certo tipo, ovvero un Pdl che non riesce a risalire a percentuali sopra al 20% e, al tempo stesso, un centro che non si colloca sotto al 15%. Ma, di sicuro, al quartier generale democratico da qualche giorno si guarda soprattutto a Grillo, come avversario temibile, non perché possa insidiare il primato del centrosinistra, ma perché può drenare i voti degli 'arrabbiati' di sinistra che nel 2008 scelsero il Pd e che in parte, appunto sull'onda delle nuove inchieste, potrebbero finire a M5S. E' chiaro che un fenomeno analogo potrebbe colpire il Pdl, ma il rischio che al Senato non ci sia una maggioranza, con un Grillo forte, rischia di aumentare.

Ora, un Pdl che si piazza sotto al 20% potrebbe non reggere all'urto, il partito di Berlusconi potrebbe perdere pezzi dopo il voto, questa almeno sembra essere la speranza evocata da Monti nelle dichiarazioni di oggi. Pezzi che andrebbero a dare consistenza a un centro che dalle urne potrebbe uscire non proprio fortissimo. Il leader Pd ripete il suo mantra: «Pareggi non ce ne saranno, ma nel caso ho sempre detto che ci rivolgiamo comunque alle forze che si ritengono alternative a Berlusconi e alla Lega. Se grande coalizione vuol dire fare qualcosa con il centro destra... Non credo sia possibile». Insomma, Monti sappia che i democratici sono prontissimi ad aprire un dialogo con lui, ma si tolga dalla testa di scomporre anche lo schieramento di centrosinistra e di fare il 'perno' di nuove larghe intese.