Bersani: Chi ha più voti governa
Il recupero del centrodestra nei sondaggi non intimorisce, Pier Luigi Bersani, il segretario Pd e candidato premier del centrosinistra parla a TM News e, in una videointervista pubblicata in versione integrale sul sito www.tmnews.it, definisce «marginale» la risalita nei sondaggi del Pdl
ROMA - Il recupero del centrodestra nei sondaggi non intimorisce, Pier Luigi Bersani, il segretario Pd e candidato premier del centrosinistra parla a TM News e, in una videointervista pubblicata in versione integrale sul sito www.tmnews.it, definisce «marginale» la risalita nei sondaggi del Pdl, spiegando che «la tendenza è diversa». Bersani confina nella «fantascienza» l'ipotesi di un rapido ritorno al voto in caso di pareggio, perché si dice sicuro che «chi avrà più voti dai cittadini italiani governerà sia alla camera che al Senato».
Il recupero «è una cosa chiara da capire, la destra ha avuto un crollo micidiale negli ultimi periodi, man mano che si squilla qualche tromba un po' di questo popolo di una destra che esiste in questo paese mostra di voler tornare a casa, ma secondo me siamo a fatti marginali, la tendenza di fondo non è quella»
Il leader Pd, inoltre, attacca Berlusconi che promette 4 milioni di posti di lavoro, mentre «ancora aspettiamo di vedere il primo milione... Lascia una situazione disastrosa». Bersani, poi, non esclude la possibilità di concedere la presidenza di una Camera all'opposizione, anche se sottolinea che «guardando alla faziosità con la quale il centrodestra ha condotto le cose istituzionali quando gli è toccato, ho dei problemi... Ma non escludo niente, bisogna concepire il meccanismo democratico come un meccanismo nel quale ci siano avversari, non nemici. Berlusconi per dieci anni è campato sulla teoria del 'nemico'. Noi abbiamo un altro atteggiamento, dopodiché abbiamo a che fare con della gente che non ha lo stesso concetto, non siamo ingenui e lo sappiamo».
In gioco non solo vittoria, ma cambio sistema - «Qui non ci sono in gioco solo la vittoria e il governo, c'è in gioco la possibilità di chiudere una vicenda di 20 anni e impostare un altro sistema politico, rispetto a quello che abbiamo visto, organizzato attorno alle persone». Lo ha sottolineato Pierluigi Bersani, leader del Pd, nel corso di un incontro pubblico a Borgosesia, nel vercellese.
Il sistema dei partiti retti dal binomio un uomo-un simbolo «ci ha portato al disastro ed è stato contagioso». «Dopo Berlusconi, dopo Monti, dopo Ingroia, dopo Grillo che c'è? Ma possiamo continuare ad affidare il paese ad evenienze di questo genere? Siamo i soli al mondo...», ha proseguito.
Diverso invece il caso del Pd, «dopo Bersani c'è il Pd, sono l'unico che non ha il nome nel simbolo», ha ribadito il leader del partito.
«Siamo arrivati sul precipizio grazie a questo meccanismo siccome vinciamo non ci sarà un cambio di governo, ma un cambio di sistema della politica italiana. Teniamo lo sguardo profondo e lungo, perché l'Italia va ricostruita anche a partire dal sistema politico».