Monti contro l'«Italia delle veline»
Il Premier alla Conferenza internazionale per la messa al bando delle mutilazioni genitali femminili: «Il nostro impegno per la nuova legislatura è quello a fianco di chi si batte per porre fine ad ogni forma di violenza sulle donne e considera la tutela del della loro dignità di persone e la loro valorizzazione non solo un dovere sociale»
ROMA - «Il nostro impegno per la nuova legislatura è quello a fianco di chi si batte per porre fine ad ogni forma di violenza sulle donne e considera la tutela del della loro dignità di persone e la loro valorizzazione non solo un dovere sociale ma un fattore indispensabile per il rilancio dello sviluppo nel nostro Paese. Vogliamo un'Italia che estirpi ogni forma di violenza e sfruttamento sul femmininale. E che rispetti e attui in pieno il principio di uguaglianza costituzionalmente garantita ma purtroppo spesso ancora ignorata. Un principio costituzionale di uguaglianza che comporta anche il dovere del rispetto dell'immagine della donna, oggi ancora troppo spesso sfrutatta e abusata anche nel nostro Paese. Con immagini di donne solo e sempre belle e giovani a qualunque costo, in una vera prigionia dell' effimero...».
Il premier Mario Monti è intervenuto oggi nella prima delle due giornate della Conferenza internazionale per la messa al bando delle mutilazioni genitali femmininili, in corso a palazzo Giustiniani, posando con tutte le donne africane convocate a Roma da Emma Bonino e 'Non c'è pace senza giustizia', per dare attuazione in tutti gli Stati del mondo alla moratoria approvata a dicembre dall'assemblea delle Nazioni Unite. E Monti, nell'assicurare il suo impegno personale e istituzionale, per la concreta attuazione in Italia, si è prodotto in una sorta di 'je accuse' dell'Italia di veline e giovani in carriera grazie al loro look ed apparenza, di berlusconiana memoria.
«Uguaglianza e rispetto per le donne - ha affermato fra l'altro Monti nel suo discorso alla conferenza internazionale - sono principi fondamentali di civiltà che fanno riferimento ai diritti della persona che si declinano dando spazio e riconoscimento all'intelligenza e al valore. Ed intelligenza e valore si possono esprimere in tutte le età della vita. Così come la dignità della donna va difesa e valorizzata in ogni momento della sua esistenza, del tutto slegato dal fatto che si voglia da loro che siano o appaiano comunque giovani e belle...».