Caldoro: Nicola Cosentino non aveva tutti questi voti
«Non temo che lui sia fuori, perché non aveva tutti quei voti. Nessuno può dire di essere una macchina elettorale. Oggi è l'opinione pubblica che ti giudica in base alla credibilità». Lo afferma il governatore campano, in un'intervista al Corriere della sera, commenta le affermazioni di Nicola Cosentino, fuori dalle liste Pdl
NAPOLI - «Non temo che lui sia fuori, perché non aveva tutti quei voti. Nessuno può dire di essere una macchina elettorale. Oggi è l'opinione pubblica che ti giudica in base alla credibilità». Lo afferma il governatore campano Stefano Caldoro che, in un'intervista al Corriere della sera, commenta le affermazioni di Nicola Cosentino, fuori dalle liste Pdl.
«Mi sono limitato a porre un tema, e non da oggi: quello del rinnovamento e dell'opportunità. Che ho messo in pratica su me stesso nel '94 e nel 2006, rifiutando seggi sicuri e facendo un passo indietro per gioco di squadra», afferma Caldoro. «Berlusconi era obbligato, al di là della sua volontà, ad escludere alcuni nomi. Cosentino doveva capirlo prima».
Quanto ai dossier denigratori del passato nei suoi confronti, «non credo che il dossieraggio sia stato opera di qualche buontempone. Non ho elementi per dire che Cosentino sia stato la mente. Dopo il caso Marrazzo sarei stato obbligato a ritirarmi. La costituzione di parte civile è un modo per affidare la verità ai pm. Io su questa storia non mollo».
In una distinta intervista al Mattino, Caldoro afferma che il commissariamento del Pdl «è un'anomalia che mortifica la classe dirigente. Ritengo si debba procedere in tempi rapidi alla nomina di un coordinatore regionale». Mara Carfagna? «Certamente Mara è la più nota, la più autorevole. La sua è un'immagine forte. Ma tanti nostri dirigenti hanno le qualità giuste per guidare il partito».
Alfano: Cosentino? Scelta dolorosa ma restiamo garantisti - «Non abbiamo fatto una scelta giustizialista, noi siamo garantisti, non c'entriamo nulla con i pm che popolano il Pd o con Ingroia: abbiamo patito una serie di problemi che hanno attraversato la nostra vicenda politica e ci abbiamo fatto i conti operano scelte dolorose». Lo ha detto il segretario del Pdl, Angelino Alfano, ospite del Tg3, a proposito della decisione di non ricandidare Nicola Cosentino.
Interpellato sul perché Cosentino sia stato escluso mentre altri come Luigi Cesaro siano stati ricandidati, Alfano ha spiegato: «Non abbiamo segnato un confine netto tra bianco e nero. Non siamo in condizioni di decidere chi è colpevole e chi no. Non esprimiamo un giudizio di colpevolezza verso gli esclusi, non abbandoniamo il principio per cui si è innocenti fino al terzo grado di giudizio».
Longo: Non avrei escluso ne' Cosentino ne' Dell'Utri - «Io personalmente Cosentino non l'avrei escluso. E avrei candidato anche Dell'Utri, certamente». Questa l'opinione del senatore del Pdl Piero Longo, ospite di «24 Mattino» su Radio 24. «Ho visto indagati poi assolti con scuse, condannati in primo grado poi assolti con risarcimento danni. Non riesco a uscire da questa logica - ha aggiunto Longo - Non c'è dubbio che ci sia un giustizialismo montante, la politica ha seguito gli umori del popolo. E' colpa dei magistrati, come ha detto Berlusconi? Frase sintetica, ma la condivido. Per evidenti ragione di ventre ed emozioni, va così». Alla domanda se l'esclusione non debba valere anche per Berlusconi, pluri-indagato, Longo, che è anche l'avvocato dell'ex premier ha replicato: «Il fenomeno di persecuzione di Silvio Berlusconi è assolutamente documentato. Quante volte è stato indagato? E quando è stato condannato? Mai». Longo qui ha risposto a Giulia Bongiorno, che ieri ha detto di avere subito pressioni come presidente della Commissione giustizia per far passare leggi ad personam per salvare Berlusconi dai processi: «Oh poveretta - ha detto Longo - Giulia Bongiorno per 5 anni ha inghiottito il suo senso morale e ha votato leggi ad personam? Poi poveretta non ha più resistito. Io in cinque anni non ho mai votato leggi se non quelle che credevo fossero utili alla società, non alle singole persone. Tutti poi diventano morali, si pentono sulla via di Damasco, che bella cosa».