12 ottobre 2025
Aggiornato 11:30
Elezioni 2013 | MoVimento 5 Stelle

Grillo: «Apriremo» le Camere

Il leader del MoVimento 5 Stelle: «Se non ci lasceranno partecipare si prenderanno la responsabilità della delegittimazione dello Stato e delle inevitabili conseguenze. Funzionamento deposito simboli è da vergognarsi»

ROMA - «90 ore al freddo, di giorno e di notte, con i turni e le tazze di caffè caldo, con gli amici a darti il cambio» per depositare al Viminale la scheda elettorale e i documenti correlati. Lo denuncia, in una nota rilanciata dal suo staff, il leader del Movimento cinque stelle Beppe Grillo.

«Sembra il fronte orientale di «Centomila gavette di giaccio» nella seconda guerra mondiale. Siamo però a Roma settanta anni dopo. Questa è l'Italia che non c'è più, che non ci appartiene, che va cambiata dalle fondamenta. Se entreremo in Parlamento lo apriremo come una scatola di tonno». E poi: «Se non ci lasceranno partecipare si prenderanno la responsabilità della delegittimazione dello Stato e delle inevitabili conseguenze».

Grillo racconta come funziona il deposito della lista elettorale: «è aperto a tutti, anche a chi non ha raccolto una sola firma con il suo simbolo. I moduli con le firme vanno depositati la settimana successiva nei vari tribunali delle circoscrizioni, quindi chiunque può partecipare alla farsa. Il giorno fatidico arriva quando arriva, a sua discrezione, è come la sorpresa dell'uovo di Pasqua. All'improvviso, nella settimana del deposito, vengono poste le transenne davanti al ministero degli Interni: è il segnale che è scoccato il momento della coda».

«Se stai mangiando un maritozzo nel bar davanti o ti sei appostato nell'appartamento con vista sul Viminale o hai ricevuto una soffiata, allora hai un'alta probabilità di occupare il primo posto della fila. Una volta piazzato lì, in piedi, come uno stoccafisso, nessun pubblico ufficiale ti lascia un riscontro della tua posizione: un bigliettino, un pezzo di carta di formaggio, un numero della tombola. Devi difendere il posto come in trincea».

E ancora: «Rimpiangi le Poste Italiane che hai sempre disprezzato, da loro almeno sai quando aprono, ti danno un numerino e stai in un luogo caldo. La fila si forma dal pomeriggio di lunedì 7 gennaio, ma gli uffici accettano il deposito solo dalle ore 8 di venerdì 11. 90 ore al freddo, di giorno e di notte, con i turni e le tazze di caffè caldo, con gli amici a darti il cambio, sembra il fronte orientale di «Centomila gavette di giaccio» nella seconda guerra mondiale. Siamo però a Roma settanta anni dopo».

«Chiunque abbia gestito l'Italia nei secoli, dai Romani a i Goti, dai Longobardi agli Spagnoli, dai Borboni ai Savoia, si vergognerebbe di fronte a un simile spettacolo» e conclude osservando che «chi era in fila prima di noi ha consegnato all'ufficio il simbolo del M5S senza l'indirizzo del sito. Assolutamente confondibile dall'elettore».