Napolitano sollecita il Governo, in arrivo decreto sul problema della raccolta delle firme
Giorgio Napolitano interviene sul problema della raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali e il ministro Cancellieri assicura che il governo sta lavorando ad un decreto, dopo l'allarme sollevato da Beppe Grillo e da molte altre formazioni politiche che non sono presenti in Parlamento
ROMA - Giorgio Napolitano interviene sul problema della raccolta delle firme per la presentazione delle liste elettorali e il ministro Cancellieri assicura che il governo sta lavorando ad un decreto. Dopo l'allarme sollevato da Beppe Grillo e da molte altre formazioni politiche che non sono presenti in Parlamento come Radicali, Verdi, Pdci, il Presidente della Repubblica ha inviato ieri una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri «per sollecitare l'urgente adozione delle disposizioni necessarie per un rapido espletamento degli adempimenti di competenza degli uffici amministrativi e al fine di agevolare le forze politiche nella raccolta delle firme per il deposito dei simboli e delle candidature».
Il ministro degli Interni ha assicurato che «si sta lavorando» ad un provvedimento che affronti il problema della raccolta delle firme. Visto il carattere di urgenza non potrà che essere un decreto e potrà essere varato già dalla prossima settimana, con la prima riunione del Cdm, anche prima che sia fissata ufficialmente la data delle elezioni, dal momento che, viene spiegato, è opportuno che abbia un carattere generale.
Al momento due sono le opzioni possibili di intervento, una sulla riduzione delle firme richieste, ossia di un quarto rispetto alle 120mila iniziali, oppure che si amplii la platea degli esentati, magari inserendovi anche le liste che hanno rappresentanti eletti ad esempio nei Consigli Regionali.
La denuncia di Grillo e delle altre forze politiche deriva dalla difficoltà di raccogliere un elevato numero di firme in tempi brevissimi a causa dell'anticipo della data del voto. A parte i partiti già presenti in Parlamento in entrambe le Camere, infatti, tutti gli altri devono raccogliere 120 mila firme. Se le Camere vengono sciolte 120 giorni prima della scadenza naturale, quindi entro il 28 dicembre, il numero delle firme necessarie si dimezza, dice la legge. Ma resta comunque a 60 mila, e se resterà confermata la data del 17 febbraio, le liste dovrebbero essere depositate 34 giorni prima, quindi il 12 gennaio.
La legge elettorale attualmente in vigore prevede infatti che non hanno obbligo di presentare «nessuna sottoscrizione i partiti o gruppi politici costituiti in gruppo parlamentare in entrambe le Camere all'inizio della legislatura» e neanche «i partiti o gruppi politici che abbiano effettuato le dichiarazioni di collegamento, con almeno due partiti o gruppi politici di cui al primo periodo e abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per il Parlamento europeo, con contrassegno identico a quello depositato ai sensi dell'articolo 14». Infine «nessuna sottoscrizione è richiesta per i partiti o gruppi politici rappresentativi di minoranze linguistiche che abbiano conseguito almeno un seggio in occasione delle ultime elezioni per la Camera dei deputati o per il Senato della Repubblica».
Il ministro dell'Interno ha inoltre confermato che non appena ci sarà la formalizzazione dal Tar del Lazio sulla rinuncia a indire le elezioni il 3-4 febbraio, come aveva chiesto il Movimento difesa del cittadino, che ieri ha ritirato il ricorso, «il prefetto indirà le elezioni in concomitanza con le politiche». Quindi ci sarà «un bell'election day per tutti».