23 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Verso le Politiche 2013

Bersani «aspetta» Monti ma prepara il piano B

Mario Monti farebbe meglio a «restare al riparo», ma Pier Luigi Bersani è anche molto attento a non entrare in rotta di collisione con il Professore-premier. L'ipotesi di un Monti alla guida dei centristi ovviamente non piace al segretario PD

ROMA - Mario Monti farebbe meglio a «restare al riparo», ma Pier Luigi Bersani è anche molto attento a non entrare in rotta di collisione con il Professore-premier. L'ipotesi di un Monti alla guida dei centristi ovviamente non piace al segretario Pd, il tecnico che diventa politico sarebbe automaticamente un rivale per la corsa a palazzo Chigi, ma ci sono almeno due ragioni se Bersani oggi ha voluto smentire con forza una frase tra virgolette che Repubblica gli attribuiva («Mario ci fa perdere voti»). Innanzitutto, ovviamente, il leader Pd non vuole accreditare l'idea che il suo elettorato potrebbe preferire Monti, alla vigilia della campagna elettorale, spiegano, non si dà l'impressione di essere timorosi. Ma, aggiunge qualcuno, c'è anche una ragione più politica dietro la smentita: in ogni caso, non ci si può mettere in rotta di collisione con Monti.

Parlando al Tg1, il segretario Pd ha dapprima inevitabilmente ostentato sicurezza sul risultato del Senato («Avremo i numeri»), ma poi ha ribadito l'intenzione di aprire l'interlocuzione anche a «formazioni di centro europeiste, costituzionali, che siano contro il populismo di Berlusconi e della Lega». Non solo, ma il leader Pd ha parlato della cosiddetta 'agenda Monti' come mai aveva fatto finora, quando gli è stato chiesto quale sarà la sua 'ricetta' per governare: «Quella di Monti più qualcosa: ci vuole rigore e austerità, ma anche un po' di lavoro, equità». E persino su «equità e lavoro» il leader Pd ha di fatto 'assolto' Monti dalla colpa di non aver fatto abbastanza: «Credo sia stato trattenuto da una maggioranza spuria...».

Stamattina, sull'Unità, il presidente delle Acli Andrea Olivero, uno dei 'montiani', invocava un 'patto' tra Bersani e Monti, possibilmente prima del voto ma al limite anche dopo. Quello delle Acli è un modo al quale il Pd guarda, anche per una possibile lista 'moderata' alleata alla quale Bruno Tabacci starebbe pensando. Ma, soprattutto, Olivero dice quello di cui sempre più si convince anche Bersani: che con l'area rappresentata da Monti sarà necessario interloquire.