19 aprile 2024
Aggiornato 20:00
Partiti | Primarie PDL

Alfano e le primarie, i «dubbi» del Cavaliere e il pressing degli ex AN

Gli elettori del Pdl troveranno il loro candidato premier sotto l'abero di Natale? Manca un mese, eppure, una risposta a questa domanda ancora non c'è. Non è bastato un lungo - e pare piuttosto serrato - incontro tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano a sciogliere definitivamente il nodo

ROMA - Gli elettori del Pdl troveranno il loro candidato premier sotto l'abero di Natale? Manca un mese, eppure, una risposta a questa domanda ancora non c'è. Non è bastato un lungo - e pare piuttosto serrato - incontro tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano a sciogliere definitivamente il nodo. Nè un successivo summit tra il segretario e i vertici del partito. Tecnicamente la soluzione dovrebbe emergere da un incontro che l'ex Guardasigilli terrà domani con i coordinatori provinciali e regionali. Appuntamento, per la verità, già fissato ma che ha assunto nuova valenza al termine di una giornata in cui le primarie del partito hanno 'ballato' più del solito, perennemente in bilico tra il 'si fanno' e il 'non si fanno'. Nell'incontro - che si terrà a partire dalle 14 nella sede del partito - dovranno essere discusse - recita una nota di Alfano - le «questioni organizzative» e la «data di svolgimento» giacché il probabile election day rende «impraticabile» mutuare il modello americano dei caucaus.

IPOTESI 13 GENNAIO - Le date sulle quali si ragiona sono quelle del 16 dicembre e - soprattutto - 13 gennaio. Sulla prima ipotesi, infatti, ci sono incognite che pesano come macigni. Organizzare in meno di 20 giorni primarie in tutta Italia e in un'unica giornata è impresa che anche i più volenterosi a via dell'Umiltà considerano praticamente impossibile. E questo, sebbene i colonnelli ex An (Meloni esclusa, grandi fautori della candidatura di Alfano) abbiano garantito che c'è la possibilità di riuscire, anche in un lasso di tempo così ristretto, a portare ai gazebo un milione di persone. Ma i calcoli non tornano, soprattutto se si guarda alla pecunia. I famosi 'conti della serva', per capirsi, dicono che solo per votare a Milano servono 70mila euro. Che non ci sono.
Il 'compromesso' che sarebbe stato trovato nelle ultime ore tra la fazione dei dubbiosi e quelli del 'non si può tornare indietro' punta a far slittare la consultazione al 13 gennaio, almeno per semplificare le questioni organizzative. Si tratta di una data effettivamente parecchio a ridosso del probabile scioglimento delle Camere e dunque dell'avvio ufficiale della campagna elettorale. Ed è anche per questo che trovare una-persona-una disposta a scommettere che le primarie si tengano davvero non è impresa semplice.

VERTICE CON I COORDINATORI - Il 'compromesso' dovrà dunque ora essere sottoposto ai coordinatori provinciali e regionali che - antenne sul territorio - verificheranno domani con il segretario la fattibilità dell'operazione. Ma se questa è la conclusione che si profila, il modo con il quale ci si è arrivati è la cronaca dell'ennesima giornata sull'orlo di una crisi di nervi per il Pdl. Più di una fonte racconta che l'incontro a tu per tu tra Angelino Alfano e Silvio Berlusconi sia stato piuttosto teso. Che il primo abbia fortemente voluto le primarie e il secondo le abbia altrettanto convintamente osteggiate, non è certo una novità. Non trova però riscontri - anche per il tipo di rapporto tra i due - la tesi che descrive il segretario pronto a sbattere i pugni e a presentare le sue dimissioni se il Cavaliere si fosse ostinato nell'opporsi alla consultazione. Berlusconi - viene spiegato - avrebbe preferito che le energie (e i soldi) fossero concentrati direttamente sulla campagna elettorale. La possibilità che le primarie venissero a questo punto annullate - raccontano alcune fonti - è quindi stata effettivamente presa in considerazione da entrambi durante il colloquio, anche nell'ottica del rischio flop e della rappresentazione da 'circo Barnum'. Per non parlare del fatto che la moltiplicazione dei candidati riduce la possibilità per Alfano di fare il pienone di voti. Ma sul segretario pesa anche una questione di coerenza verso una scelta difesa finora a spada tratta oltre che un forte pressing di quegli ex An che hanno legato i loro destini al suo. La riunione di domani dovrebbe certificare la data del 13 gennaio per la celebrazione delle consultazioni. Sempre che prima non accada qualcos'altro. Sempre che prima Berlusconi non decida di tornare in campo.