20 aprile 2024
Aggiornato 14:00
Il PDL tra primarie e il voto

Il «falco» Berlusconi vuole l'election day e congela le casse del partito

Palazzo Grazioli è sempre il crocevia del Pdl, anche nelle ore più delicate per il partito di Silvio Berlusconi e per il confuso quadro politico del centrodestra. E' un lungo giovedì quello che il Cavaliere trascorre nella sua residenza romana. Lo spezzatino elettorale terrorizza il Popolo della libertà, per questo il partito è schierato sul fronte dell'election day

ROMA - Palazzo Grazioli è sempre il crocevia del Pdl, anche nelle ore più delicate per il partito di Silvio Berlusconi e per il confuso quadro politico del centrodestra. E' un lungo giovedì quello che il Cavaliere trascorre nella sua residenza romana. Lo spezzatino elettorale terrorizza il Popolo della libertà, per questo il partito è schierato sul fronte dell'election day. Per pesare ogni mossa, il Cavaliere incontra nel pomeriggio 'l'ambasciatore' Gianni Letta, sente il segretario Angelino Alfano. E per ragionare del futuro incontra anche il tesoriere dimissionario Rocco Crimi e l'assessore provinciale napoletana Giovanna Del Giudice. L'obiettivo di tutti, di Berlusconi come di Alfano, resta strappare l'election day. Il problema è che nella trattativa riservata necessaria per superare l'ostilità del Pd il prezzo da pagare potrebbe essere una legge elettorale non ostile a Casini e, naturalmente, non sgradita a Bersani.

IL CAV VUOLE IL VOTO A FEBBRAIO - E qui le ricostruzioni iniziano a farsi meno chiare. C'è chi riferisce di progressi sulla strada di un'intesa per un election day a marzo. E chi invece propone un quadro del Pdl a tinte fosche. In particolare, raccontano di un interesse convergente di Berlusconi e Alfano per l'election day, ma anche di divergenze sulla data del voto. Votare a marzo potrebbe servire al segretario per completare il percorso delle primarie e, allo stesso tempo, favorire il dialogo fra centristi e berlusconiani senza Berlusconi. Il Cavaliere, invece, potrebbe essere tentato da uno strappo che anticipi le elezioni politiche a febbraio, obbligando i cittadini a votare con un Porcellum modificato solo sulla soglia per il premio alla coalizione (40%?). Fra gli effetti considerati positivi, Berlusconi potrebbe anche contare sull'eutanasia di primarie che non ha mai amato.

L'IPOTESI MARINA DIVIDE IL PARTITO - Ipotesi, per ora. E d'altra parte in queste ore veleni e trattative riservate si mescolano, agitando un Pdl in crisi. Se si considerano anche le tensioni provocate dai duelli interni, la partita si complica ulteriormente. Oggi i colonnelli si sono divisi anche sull'ipotesi di affidare il partito a Marina Berlusconi. Una suggestione che regolarmente fa capolino, da almeno un decennio, per indicare la tentazione berlusconiana di garantire una successione 'ereditaria'. A fronte della smentita di Marina, c'è però la conferma di Gianpiero Samorì: dagli schermi di Porta a Porta l'outsider ribadisce le ragioni della sua corsa alle primarie. Secondo altre indiscrezioni, il banchiere modenese avrebbe avuto anche oggi in agenda un incontro proprio con Berlusconi.

PRIMARIE «POVERE» - Scendendo ancora più nel dettaglio, si scopre che l'assenza di un tesoriere - Crimi è dimissionario - rende questa fase convulsa ancora più complicata, anche per quanto riguarda l'organizzazione delle primarie. Oggi è stato reso noto il calendario (si chiude il 3 febbraio). Ma le consultazioni costano e in questa fase di vacatio nella 'tesoreria' del partito i cordoni della borsa sono chiusi, anzi congelati. In attesa di capire come si risolverà la partita più importante, quella della data elettorale, Berlusconi volerà domani a Milanello, per incoraggiare la formazione di Allegri. C'è un allenatore confermato ma sempre in bilico, Massimiliano Allegri, e una sfida con il Napoli che già si annuncia decisiva per la formazione rossonera.