20 aprile 2024
Aggiornato 07:00
Manca copertura al Decreto

Costi della Politica, ipotesi fiducia alla Camera

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento Giarda: «Alcuni emendamenti approvati non hanno la copertura. Oggi si è chiusa la discussione generale. C'è tempo fino a domani pomeriggio alle 15, quando riprende l'esame, per trovare una soluzione». Il Presidente della Corte dei Conti Giampaolino: «Non convince il controllo sui partiti»

ROMA - Si profila un nuovo voto di fiducia alla Camera sul decreto che taglia i costi degli enti territoriali e contiene ulteriori disposizioni in favore delle zone terremotate a maggio scorso. Il provvedimento, approdato oggi in Aula per la discussione generale, contiene delle norme che non hanno copertura, frutto dell'approvazione di alcuni emendamenti in Commissione su cui venerdì scorso il governo è stato battuto. Lo spiega il ministro dei Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, al termine della conferenza dei capigruppo di oggi: «Alcuni emendamenti approvati non hanno la copertura».
«Oggi - prosegue - si è chiusa la discussione generale. C'è tempo fino a domani pomeriggio alle 15, quando riprende l'esame, per trovare una soluzione». Le ipotesi prospettate, ha spiegato il vicepresidente dei deputati Idv Antonio Borghesi sono tre: «Un rinvio in Commissione del testo che così com'è non piace al governo; l'avvio dell'esame degli emendamenti in Aula; oppure la presentazione di un maxiemendamento, diverso dal testo licenziato dalla Commissione, su cui il governo porrà la fiducia».
L'ipotesi della fiducia viene data come quella più accreditata anche se Giarda non si sbilancia: «Vediamo quanti sono gli emendamenti, il termine scade oggi».

Giampaolino: Non convince il controllo sui partiti - Il presidente della Corte dei Conti Luigi Giampaolino trova «molto grave», «non convincente» e insoddisfacente il meccanismo di controllo sul finanziamento dei partiti stabilito dal Parlamento. E' quanto ha spiegato in un colloquio con Bruno Vespa per il libro 'Il Palazzo e la Piazza. Crisi, consenso e protesta da Mussolini a Beppe Grillo'.
«Deve provvedervi, secondo una recente legge, un peculiare organismo formato da tre magistrati della Corte dei conti, uno del Consiglio di Stato e uno proveniente dalla Cassazione, senza che si capisca chi debba esserne il presidente. La Costituzione - ha osservato - dice che la nostra Corte deve controllare tutti gli enti destinatari di contributi pubblici? E allora non si capisce perché essa non debba vigilare sui bilanci dei partiti».
«Desta ancor maggiori perplessità la decisione assunta dalla Camera dei deputati di affidarsi a società di revisione private per i controlli dei fondi ai gruppi parlamentari. Siamo al paradosso che la gestione dei fondi dei gruppi nei consigli regionali, secondo le norme di un recente decreto legge (poi fermato dal Parlamento), è verificata dalla Corte dei conti e nel Parlamento nazionale da privati».