20 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Strategia ancora tutta da definire

Caos Pdl, Berlusconi tormentato da Regioni e ex AN

L'ennesima giornata di passione del Popolo della libertà ha vissuto un momento di drammatica intensità nella sede del partito, quando i vertici di quattro Regioni hanno avuto modo di discutere con il segretario Alfano di un futuro incerto. Intanto, Alemanno ha confidato ai suoi uomini la volontà di lasciare anzitempo la guida del Campidoglio

ROMA - Lasciando ieri a notte inoltrata l'hotel Nazionale, i colonnelli di An La Russa, Alemanno e Gasparri non avevano ancora stabilito una strategia comune. Non ci sono riusciti neanche oggi, nel corso di una giornata lunghissima e ricca di incontri (comunque smentiti), che culminerà stasera in un vertice con Silvio Berlusconi a Palazzo Grazioli. Nulla è deciso, tutto è ancora in gioco. Perché non è solo il nodo degli ex An a tormentare il partito del Cav, ma anche gli scricchiolii di Regioni importanti guidate dal Pdl che appaiono in bilico. Senza trascurare l'immancabile braccio di ferro sulla legge elettorale e l'ormai amletico dubbio sulla ricandidatura di Berlusconi.
L'ennesima giornata di passione del Popolo della libertà ha vissuto un momento di drammatica intensità nella sede del partito, quando i vertici di quattro Regioni hanno avuto modo di discutere con il segretario Alfano di un futuro incerto. Il segretario ha acquisito informazioni nel corso di una lunga riunione con i vertici del Pdl laziale, poi incontrando Scopelliti (Calabria), Mantovani (Lombardia) e Cosentino (Campania). Luogotenenti di Regioni che, per differenti ragioni, vivono momenti di difficoltà.

Ma non basta. Perché l'uomo del giorno, nel partito, è Gianni Alemanno. Il sindaco di Roma ha confidato ai suoi uomini più fidati la volontà di lasciare anzitempo la guida del Campidoglio. Potrebbe farlo già nei prossimi giorni o, secondo altre fonti, entro fine ottobre. Lui smentisce, ma è certo che anche di questo si è discusso con Alfano e i big del partito. Per frenare l'attivismo del sindaco, dal partito sarebbero anche arrivate rassicurazioni, con la garanzia di rappresentanza dell'area alemanniana nel prossimo Parlamento. Al momento si è stabilita una pausa di riflessione, al netto di un dato ormai per molti considerato come acquisito: entro febbraio bisognerà tornare al voto anche al Comune, meglio se assieme alle consultazione per la scelta del Presidente della Regione Lazio.
Già, la Regione. Renata Polverini ha affrontato oggi a via dell'Umiltà una summit teso, durante il quale alcuni dirigenti hanno sollecitato l'uscita della delegazione Pdl dalla Giunta. Alfano ha stoppato la discussione, avocando a sé la decisione e promettendo di pronunciarsi entro 48 ore. Dopo aver discusso del tema con Berlusconi. E anche sulla richiesta di primarie per la scelta del candidato pidielle, avanzata da alcuni dirigenti, spetterà al leader del partito fornire una risposta definitiva.

Proprio il Cavaliere che, al momento, non sembra disposto a mettere la faccia per difendere un partito allo sbando. Questo avrebbe spiegato ai berlusconiani di ferro in queste ore, nonostante le sollecitazioni del suo stato maggiore. Il dubbio che affiora è che Berlusconi lasci fare per poter poi intervenire con nettezza, rivoluzionando la sua creatura politica. Anche il braccio di ferro con gli ex An pare interessare poco l'ex premier. Nonostante l'attivismo di Alemanno, nonostante le novità che arrivano da ambienti vicini a La Russa. Il coordinatore, riferiscono, potrebbe tenere nel week end del 13-14 ottobre a Milano una convention, che potrebbe chiamarsi 'La destra nel Pdl'. Un primo atto durante il quale quale il coordinatore potrebbe di fatto toccare con mano il seguito raccolto su iniziative identitarie. Senza precludere in futuro anche scenari più estremi.
Proprio di questo hanno dibattuto i colonnelli di An in queste ore nel corso di una serie di incontri (smentiti). Ma le posizioni dei colonnelli al momento non sembrano convergere. La Russa da tempo non esclude scissioni pilotate, anche se oggi ha precisato sulla possibilità di dar vita a un Msi 2.0. Meloni ragiona su ogni scenario - dalla rottura traumatica alla partita interna al Pdl - Alemanno lega ogni mossa all'ipotesi di voto anticipato per il Campidoglio. Gasparri infine, riferiscono, non intende avallare strappi con il Pdl, creatura politica da lui sempre difesa. Anche oggi avrebbe ribadito questa posizione.

In questa partita peserà molto la legge elettorale, della quale dovranno discutere stasera i massimi dirigenti con Berlusconi. Gli ex An si sono ieri animatamente confrontati con Quagliariello nel corso di una riunione a via dell'Umiltà: i primi sollecitavano l'introduzione delle preferenze, il secondo valutava praticabile anche la strada della bozza Calderoli. Oggi, sembra, nel partito si è tornati a valutare un possibile mix tra proporzionale e preferenze. Ma parlare di un'intesa, o anche solo di passi avanti prima del vertice di Grazioli, appare come sempre azzardato.