25 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Partiti | MoVimento 5 Stelle

Una trentina a Milano per i 5 anni del V-Day, Grillo finora non c'è

Un presidio con volantinaggio, organizzato dal Movimento 5 Stelle a Milano in piazza XXV Aprile a Milano dal V-Day, per denunciare «il silenzio sulla Legge di iniziativa popolare sottoscritta da 350mila italiani che Grillo consegnò il 14 dicembre 2007 e che da allora è ferma in Commissione affari costituzionali del Senato»

MILANO - Un presidio con volantinaggio, organizzato dal Movimento 5 Stelle a Milano in piazza XXV Aprile a Milano dal V-Day, per denunciare «il silenzio sulla Legge di iniziativa popolare sottoscritta da 350mila italiani che Grillo consegnò il 14 dicembre 2007 e che da allora è ferma in Commissione affari costituzionali del Senato».

GRILLO NON SI E' VISTO - Nella piazza storica dei grillini, davanti al Teatro Smeraldo dove il 4 ottobre 2009 nacque il Movimento e l'8 Settembre 2007 ebbe luogo il primo V-Day per iniziare la raccolta di firme contro la 'pdl anticasta', dalle 10 di questa mattina (e fino alle 18) una ventina di militanti organizzati sotto due gazebo, distribuiscono un volantino in cui si ricorda la richiesta di non candidare in Parlamento i cittadini condannati in via definitiva, l'introduzione del limite di due mandati e il ripristino per l'elettore di esprimere la preferenza diretta per i candidati. L'iniziativa è programmata fino alle 18 di questa sera. E ieri era circolata la voce di un possibile arrivo in mattinata al presidio di Beppe Grillo. Che fino ad ora però non ha trovato riscontro.

IL CASO FAVIA - Rispetto alle polemiche innescate dal fuori onda in cui il consigliere regionale cinquestelle Giovanni Favia denunciava la mancanza di democrazia e il ruolo occulto del «guru» Gianroberto Casaleggio nel Movimento, i militanti milanesi negano qualsiasi spaccatura interna e, parlando controvoglia, spiegano che «ognuno ha la sua testa» ma soprattutto puntano il dito contro «la casta» e i giornalisti che per conto dei loro editori mettono in atto «agguati» per delegittimare l'impegno fattivo e diffuso per riportare la democrazia in un Paese dove è scomparsa da tempo.

PRESENTE MATTIA SCALISE - Mentre sotto il «casello» un televisore trasmette i comizi di Beppe Grillo e un amplificatore diffonde musica, i militanti (tra cui il giovane consigliere comunale milanese Mattia Scalise) diffondono ai passanti il loro programma e le loro parole d'ordine, disposti a fianco delle foto con le schede biografiche dei 19 parlamentari condannati in via definitiva, di quelli attualmente imputati e di quelli con reati prescritti. Ai gazebo, tra le bandiere «No Tav», i volantini contro l'amianto e i poster contro il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni con lo slogan «Se non si dimette, licenziamolo noi», c'è anche l'ingrandimento di una vignetta che ritrae un giornalista che mentre rincorre con un retino una mosca-Grillo, viene a sua volta inseguito da uno sciame di mosche-grillini «armate» di un gigantesco retino.