28 marzo 2024
Aggiornato 23:00
Per il Premier intervista al settimanale «Tempi»

Monti dichiara guerra all'«evasione»

Il Presidente del Consiglio: «Io penso che l'Italia si trova in uno stato di difficoltà soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno 'stato di guerra'», presupposto che giustifica l'uso di «strumenti forti»

ROMA - La lotta ad un'evasione fiscale che proietta l'Italia in uno «stato di guerra». Gli «abusi» compiuti con le intercettazioni di Napolitano e l'intenzione del Governo di intervenire. Il sostegno alle scuole paritarie e la prospettiva di lasciare Palazzo Chigi dopo il 2013. Il Presidente del Consiglio Mario Monti è in vacanze sui colli svizzeri dell'Engadina e il primo consiglio dei ministri post-ferie avrà luogo solo venerdì 24 agosto, ma i temi della ripresa sono già sul tappeto. Sviscerati dal premier in un'intervista concessa al settimanale ciellino 'Tempi' alla vigilia del suo primo appuntamento pubblico successivo al Ferragosto, l'apertura del meeting di Rimini domenica.

STATO DI GUERRA - «L'evasione fiscale produce un grosso danno nella percezione del paese all'estero», afferma il premier nell'intervista realizzata a Palazzo Chigi. «Io penso che l'Italia si trova in uno stato di difficoltà soprattutto a causa di questo fenomeno e che si trova da questo punto di vista in uno 'stato di guerra'», presupposto che giustifica l'uso di «strumenti forti».

ABUSI NELLE INTERCETTAZIONI - Il Premier definisce «grave» il caso delle telefonate del Capo dello Stato intercettate dalla procura palermitana e aggiunge che «è peraltro evidente a tutti che nel fenomeno delle intercettazioni telefoniche si sono verificati e si verificano abusi». Di conseguenza, «è compito del governo prendere iniziative a riguardo». Più in generale, Monti annuncia poi «numerose novità legislative» nel settore della giustizia, dall'emergenza carceraria alla lentezza dei processi. Sul sovraffollamento carcerario, ad ogni modo, l'amnistia è «una misura per la quale sono necessari due terzi dei voti del Parlamento che non mi pare al momento ci siano». Quanto al fronte economico, dopo le iniziative di «contenimento del disavanzo e di riforma», Monti prevede nel prossimo semestre «la dismissione di parti del patrimonio pubblico per ridurre il debito».

«LASCERÒ PALAZZO CHIGI DOPO IL 2013» - Nell'intervista a 360 gradi, Monti torna a far capire la sua intenzione di lasciare Palazzo Chigi dopo il 2013. Il premier marca le distanze dal passato in materia di federalismo e macroregioni proposte dal governatore lombardo Roberto Formigoni e rassicura il mondo ciellino e cattolico garantendo che l'esecutivo «non farà mancare» al settore delle scuole non statali «il necessario sostegno economico».