15 settembre 2025
Aggiornato 18:30
La crisi dei debiti sovrani

Brunetta: Monti non va d'accordo con gli spread

Dire la sua azione ha fatto diminuire lo spread di 84 punti, oltre che essere sbagliato in partenza, è un'analisi troppo facile e, ci consenta presidente Monti, leggermente superficiale e anche ingenerosa nei confronti della sua stessa azione

ROMA - «Il premier Monti non va proprio d'accordo con gli spread anche se deve la nascita del suo governo proprio agli spread. Il presidente Monti nel corso della sua conferenza stampa a Palazzo Chigi ha affermato che all'insediamento del suo governo aveva trovato spread pari a 574 punti base. Il presidente ricorda male. Non era 574, ma 553 all'atto delle dimissioni del governo Berlusconi, il 9 novembre 2011; 519 punti base invece all'atto del giuramento del suo governo, il 16 novembre 2011». Lo ha dichiarato Renato Brunetta, coordinatore dei dipartimenti del Pdl.

ANALISI SUPERFICIALE E INGENEROSA - «Dire poi che da allora ad oggi la sua azione ha fatto diminuire lo spread di 84 punti, oltre che essere sbagliato in partenza, è un'analisi troppo facile e, ci consenta presidente Monti, leggermente superficiale e anche ingenerosa nei confronti della sua stessa azione. Gli ricordiamo che lo spread misura il differenziale tra il rendimento dei titoli di Stato italiani rispetto agli equivalenti titoli tedeschi, ma per vedere gli effetti della sua politica, come della politica del governo precedente, non bisogna fermarsi agli spread ma bisogna analizzare i rendimenti dei titoli del mercato primario, l'equivalente delle aste mensili», ha aggiunto.

QUELLO DELLO SPREAD E' UN IMBROGLIO - «A dimostrazione che non è cambiato niente da luglio 2011 (mese in cui è scoppiata la tempesta degli spread) ad oggi, basta osservare che il rendimento medio ponderato dei Btp a 10 anni collocati sul mercato primario con le ultime 7 aste del governo Berlusconi (maggio 2011-novembre 2011), è più basso dello 0,79% rispetto al rendimento medio ponderato dei Btp a 10 anni collocati con le 7 aste del governo Monti (dicembre 2011-giugno 2012). Una riduzione degli spread si era verificata tra metà dicembre 2011 e metà marzo 2012 ma solo grazie all'intervento della Bce, che ha fornito liquidità al sistema bancario europeo per più di 1.000 miliardi di euro a un tasso di interesse dell'1%. Tuttavia, gli effetti sono stati solo temporanei, così come non sarebbero duraturi gli effetti dello scudo anti-spread su cui tanto il presidente Monti si è impegnato. Questi sono i fatti e questi sono i numeri, non interpretazioni fantasiose. Quello dello spread finora è un imbroglio di cui è stato vittima tanto il governo Berlusconi, quanto il suo governo. Prima ce ne renderemo conto, meglio sarà. Lasci stare presidente Monti la delusione, e ci lasci almeno le libere elezioni che sono il sale della democrazia, alla faccia degli spread», ha concluso Brunetta.