29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
Roma | Cronaca

Soldi per un posto in banca, in manette anche impiegata in servizio

Associazione a delinquere finalizzata a commettere truffe, ricettazione e falso. Queste le accuse che hanno portato oggi, alle prime ore dell'alba, all'arresto di una impiegata di un importante istituto di credito, di un funzionario in pensione e della titolare di un importante atelier di moda a Roma

ROMA - Associazione a delinquere finalizzata a commettere truffe, ricettazione e falso. Queste le accuse che hanno portato oggi, alle prime ore dell'alba, all'arresto di una impiegata di un importante istituto di credito, di un funzionario in pensione e della titolare di un importante atelier di moda di via dei Ludovisi a Roma.

PERQUISIZIONI DOMICILIARI - Gli arresti sono stati eseguiti dagli agenti del Commissariato Trevi Campo Marzio, che hanno eseguito anche sei perquisizioni domiciliari a carico degli arrestati e di altre tre persone denunciate a piede libero per concorso nei reati contestati agli arrestati, che avevano messo in piedi un 'baraccone' in cui venivano promessi falsi posti in banca, con tanto di falsi concorsi e quiz d'esame, a chi pagasse abbastanza.

SEQUESTRATI MOLTI DOCUMENTI - Nel corso delle operazioni sono stati sequestrati documenti utili all'indagine, tra cui elenchi di nominativi con cifre versate, centinaia di fascicoli personali contenenti curriculum e documentazione individuale per l'assunzione nell'istituto di credito, nonché vari atti con logo contraffatto.

LE INDAGINI - Iniziata lo scorso mese di luglio dopo le denunce-querele sporte da alcuni giovani, che avevano riferito di aver pagato 1500/2500 euro a dirigenti della banca in cambio di una promessa di assunzione rivelatasi falsa, le indagini erano proseguite con intercettazioni telefoniche e vari servizi di osservazione, che hanno permesso di riscontare ed accertare l'esistenza di una vera e propria associazione a delinquere. Gli indagati, per reclutare i candidati, avevano alle dipendenze una «rete» di procacciatori, che usavano l'atelier di moda di via Ludovisi come base logistica.