26 aprile 2024
Aggiornato 00:00
Si ricandida ancora Premier

Berlusconi «ritorna» in campo

Il Cavaliere tace. Alfano: Glielo ho chiesto io. Casini: Auguri, noi altrove

ROMA - «Come avete visto non ho rilasciato dichiarazioni. Non fatemi parlare». Così, con un sorriso, il leader del Pdl Silvio Berlusconi ha replicato ai cronisti che gli chiedevano dell'intenzione di tornare a candidarsi per Palazzo Chigi alle prossime politiche. Un'indiscrezione che il Cavaliere non ha comunque smentito, prima di partecipare a una festa di compleanno nel centro di Roma. E che poi, durante la festa, indirettamente conferma: «Vari imprenditori mi dicono che tutto il mondo imprenditoriale vuole il mio ritorno», avrebbe detto.E così, in un sol colpo, tutto il peso di quel «quid» è ricaduto sulle spalle di Angelino Alfano. Il delfino, l'ex Guardasigilli, il «bravissimo Angelino» (copyright Berlusconi), il segretario del Pdl in rampa di lancio per le Politiche del 2013 mette suo malgrado in soffitta mesi di speranze di buona parte della classe dirigente di via dell'Umiltà e veste i panni del primo sponsor politico della sesta, consecutiva candidatura a Palazzo Chigi del Cavaliere.

Poco conta che davvero alla fine l'ennesima discesa in campo si concretizzi, poco importa che l'indiscrezione rilanciata a tutta pagina e on-line ieri dal Corriere della sera sia l'ennesima di una lunga serie di rumors che da settimane accreditano il 'ritorno di Silvio'. Quel che conta è che nello spazio di un mattino il Pdl - nonostante avesse investito da un anno sul 'delfino' - sia tornato come nel gioco dell'Oca al punto di partenza. Almeno fino alla prossima smentita.

Come a volte accade, è Daniela Santanché ad anticipare la svolta. Nonostante le durissime critiche mosse da buona parte della classe dirigente del Pdl all'ex sottosegretaria piemontese, nonostante gli affondi che neanche Alfano aveva risparmiato a un altro sponsor del 'Berlusconi V' come il Giornale. Lei rivendica con un pizzico di orgoglio: «Non abbiamo nessuno di meglio di Silvio Berlusconi, da mesi dico che è il nostro candidato premier». Pesa - si diceva - quel «quid» pronunciato a Bruxelles, quell'imprimatur al contrario che Berlusconi ha riservato impietoso al primo dei suoi pupilli. Pesano mesi di indiscrezioni sulla volontà berlusconiana di mandare in soffitta il Pdl, di sostituirlo con un ritorno alla 'Forza Italia' del nuovo millennio, magari affiancandole tante liste tematiche. Un modo come un altro per indebolire, se non per svuotare di fatto, quel partito che Berlusconi consegnò dal palco dell'Auditorium Conciliazione direttamente nelle mani di Alfano.

L'intera classe dirigente del partito è scossa dalla nuova svolta. C'è chi la considera solo una «sparata» del Cav, che sarà presto ridimensionata dai fatti. Altri la giudicano una mossa tattica in vista del posizionamento post-Politiche 2013. Certo è che non si parla d'altro, in Transatlantico, e non mancano giudizi impietosi per la reazione di Alfano, che si è affrettato a dire: «C'è un gran movimento di sostegno alla ricandidatura del presidente Berlusconi» e «credo che alla fine lui deciderà di scendere in campo. In tanti glielo stanno chiedendo ed io sono tra questi». Resta da capire che fine faranno le Primarie, la svolta promessa dal giovane segretario, il 'partito 2.0'. Resta da capire se la novità sarà confermata o resterà solo una suggestione senza conseguenze. Resta da capire se il Pdl - e la sua parte più moderata e giovane - sceglierà di correre ancora una volta al fianco dell'ex premier, per la sesta volta negli ultimi 17 anni. Finora nessuna voce si è levata per contestare la nuova discesa in campo.

Casini: Auguri - Dagli altri partiti, alle ironie di Pd e centrosinistre sulla ricandidatura del Cav si aggiunge il lapidario commento del segretario Udc Pier Ferdinando Casini. «Gli faccio gli auguri di buon loro. Mi fa piacere che non abbia perso la sua verve e la sua capacità di mobilitazione elettorale». E a chi gli ha chiesto se l'Udc a questo punto resterà lontano dall'alleanza con il Pdl, ha risposto: «Non mi fate domande ovvie». Con la sottolineatura che per i moderati dell'Udc «l'agenda Monti vale adesso e per doopo il 2013».