29 marzo 2024
Aggiornato 12:30
Fumata bianca sul Cda

Rai, resta lo scontro Fini-Schifani

Il Presidente della Camera: «Arbitro parziale». Alfano: «Fini doveva dimettersi due anni fa». La Rai ha da oggi il nuovo Consiglio, la prossima settimana si chiuderanno le procedure di nomina di Presidente e Dg, ma resta lunga l'ombra dei partiti sull'azienda

ROMA - La fumata bianca sul Cda per allontanare lo spettro del commissariamento, lo scontro istituzionale tra Schifani e Fini che non cessa, quello politico che lo alimenta. La Rai ha da oggi il nuovo Consiglio, la prossima settimana si chiuderanno le procedure di nomina di Presidente e Dg, ma resta lunga l'ombra dei partiti sull'azienda.

Stamani in Vigilanza l'elezione dei sette consiglieri: Antonio Verro e Guglielmo Rositani, uscenti, più Antonio Pilati e Maria Luisa Todini in area Pdl-Lega. Gherardo Colombo e Benedetta Tobagi per il Pd, Rodolfo De Laurentiis per l'Udc. Non ce la fa l'outsider Flavia Nardelli Piccoli, che il senatore Pdl Paolo Amato avrebbe votato: quel senatore 'dissidente' che Schifani ha sostituito con Pasquale Viespoli di Coesione territoriale, una scelta contestata duramente da Pd Terzo Polo Idv e soprattutto, apertamente, da Gianfranco Fini. Una scelta che Schifani, riferendo oggi in Aula difende, «è legittima» in ragione della richiesta di rappresentanza in Commissione avanzata dallo stesso senatore, possibile ieri con la rinuncia del Pdl ad un componente: appunto il 'dissidente' Amato. Scelta parziale, attacca ancora il Presidente della Camera, «può capitare anche all'arbitro più imparziale di fischiare un rigore inesistente per far vincere la squadra del cuore: è accaduto».

Alfano: Fini doveva dimettersi due anni fa - Il Pdl fa quadrato su Schifani e torna, a due anni dalla rottura con i finiani, ad attaccare gli ex alleati: ieri sul voto della Vigilanza, accusa La Russa, «è andato in scena un fallito tentativo di piccolo golpe che era stato orchestrato vistosamente in aula alla Camera dall'on. Perina di Fli». E non è da Fini che possono arrivare lezioni di imparzialità, «fa prediche da un pulpito che doveva lasciare due anni fa», dice Angelino Alfano.

Intanto proseguono le tappe di insediamento dei nuovi vertici. Oggi l'Assemblea degli azionisti ha designato i sette consiglieri votati dalla Vigilanza, più quello del Tesoro Marco Pinto e Anna Maria Tarantola, indicata dal Governo per la Presidenza: nomina che sarà efficace dopo il parere vincolante della Vigilanza, a due terzi, previsto la prossima settimana. Quindi l'indicazione del Dg: dal Cda uscirà il nome di Luigi Gubitosi, che sarà votato ottenuta l'intesa con l'azionista. Soddisfatti i nuovi consiglieri, «sono onorata» dice Luisa Todini, garantendo un impegno per la qualità e i risultati economici in un'azienda di «grande eccellenza» a prescindere «dal quadro ideologico di riferimento». Ma il neo Cda nasce all'ombra di uno scontro aperto e ha all'orizzonte nuove spaccature.