26 aprile 2024
Aggiornato 06:00
Il leader PD scrive alle associazioni

Bersani: Cda Rai? Candidati della società civile

Il Segretario dei Democratici si rivolge in una lettera a: Se non ora quando, Libertà e Giustizia, Libera e Comitato per la libertà e il diritto all'informazione. Usigrai: Bersani apprezzabile, ma forse non è svolta. Di Pietro: Meglio i candidati delle associazioni che la lottizzazione

ROMA - «Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell'Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile». Con queste parole il Segretario nazionale del Partito democratico, Pier Luigi Bersani si rivolge in una lettera inviata questo pomeriggio a quattro associazioni: Se non ora quando, Libertà e Giustizia, Libera e Comitato per la libertà e il diritto all'informazione che comprende diverse organizzazioni del settore.

Il testo della lettera - «La Rai - continua Bersani nella lettera - vive il momento più drammatico della sua storia: umiliata da chi l'ha asservita ai capricci della destra, incapace di competere, priva di un chiaro indirizzo industriale. Non è solo un problema di autonomia dell'informazione o di scarso pluralismo, oggi il male è ben più profondo. Le decisioni che dovrebbero essere guidate da valutazioni esclusivamente aziendali vengono prese sempre più fuori dall'Azienda. Anni di lottizzazione hanno cambiato la RAI, finendo per inaridire la capacità innovativa della più grande industria culturale del Paese. Il tutto mentre migliaia di lavoratori e lavoratrici ogni giorno con professionalità e passione si impegnano per un'azienda che amano, come la amano gli italiani. Gli ascolti calano, la raccolta pubblicitaria fatica, l'innovazione tecnologica è bloccata, le prospettive industriali sono nel buio: questa oggi è la RAI. Davvero dobbiamo rassegnarci a un triste declino? Io credo di no; d'altra parte, se qualcosa di buono è venuto da questi mesi terribili, è la conferma che sono in tantissimi a non volerlo fare».
«Le manifestazioni che hanno denunciato e contrastato i momenti più drammatici dell'occupazione politica, l'impegno di intellettuali e uomini di cultura, la voglia di non arrendersi di chi dall'Azienda è stato emarginato o peggio allontanato sono la dimostrazione che si può invertire la rotta - insiste Bersani -. E che si può immaginare una RAI diversa, che torni a essere un asset per il Paese. Per questo abbiamo voluto esprimere una posizione forte, rompendo unilateralmente il rito della lottizzazione».

Perciò prosegue il leader del Pd «altro che Aventino! A isolarsi sono quelli che ancora oggi pensano di continuare come se niente fosse a distruggere il servizio pubblico. Abbiamo proposto una riforma minima, in attesa di affrontarne una più complessiva nella prossima legislatura. Abbiamo chiesto di ritoccare la legge Gasparri modificando la governance dell'Azienda, dandole un amministratore delegato con i poteri di dirigerla veramente, di cambiarla, di impostare una strategia industriale degna di questo nome».
Secondo Bersani infatti «con tutte le sue peculiarità, la Rai è un'azienda e come un'azienda può e deve funzionare. La destra con i suoi irresponsabili veti ha impedito ogni intervento, per questo abbiamo deciso di non nominare alcun nostro rappresentante nel CdA. Il meccanismo con cui funziona l'Azienda impedirebbe anche ai più liberi e qualificati di amministrarla sul serio. Se vi scrivo è perché questa battaglia l'abbiamo fatta anche per dare una risposta concreta alla richiesta che in tante occasioni ci avete ripetuto: 'i partiti fuori dalla Rai'. Noi oggi lo facciamo davvero. Nella prossima legislatura metteremo mano a una riforma che farà rinascere l'Azienda, aprendola anche al contributo di chi, come Voi, ha dimostrato di amarla molto più di parecchi di quelli che l'hanno amministrata in questi anni. Lunedì scade il tempo per la presentazione delle candidature per il CdA. Noi non ne presenteremo. A fronte di questa nostra posizione - più volte ribadita - la destra rifiuta ogni discussione, ogni riflessione e intende procedere. Qualora le Vostre Associazioni ritenessero di indicare due candidature per il CdA noi siamo pronti a sostenerle per garantire comunque, nella transizione ad una nuova governance dell'Azienda, la voce di liberi protagonisti della società civile», conclude.

Usigrai: Bersani apprezzabile, ma forse non è svolta - La presa di posizione di Pier Luigi Bersani sulla Rai «apprezzabile», anche se potrebbe non essere «una svolta» e c'è da capire cosa faranno «gli altri partiti». Lo ha detto Carlo Verna, segretario dell'Usigrai: «Apprezzabile la scelta del segretario del Pd Bersani di dare la disponibilità ad una via di uscita, senza rinunciare all'idea di riformare la Gasparri e senza partecipare alla lottizzazione. Non so se sia una svolta, data la complessità della scelta di due nomi da parte di quattro associazioni di cui una a sua volta già costituita da una pluralità di associazioni. E' comunque un passo avanti importante che sollecita una presa di posizione anche agli altri partiti. Cosa faranno? Rinunceranno anche loro a proporre commissari politici?».

Vita: Passo avanti - E' un «ottimo passo avanti» la decisione di Pier Luigi Bersani di chiedere a quattro associazioni della società civile di indicare dei nomi per il cda Rai. Lo ha detto Vincenzo Vita, senatore Pd e membro della commissione di Vigilanza sulla Rai: «Ottimo passo avanti da Bersani sulla Rai. Il coinvolgimento diretto delle associazioni della società civile per la scelta dei consiglierei dell'amministrazione della Rai è un criterio opportuno per evitare forme di dipendenza del servizio pubblico dai partiti».
«E' augurabile - ha concluso - che le associazioni forniscano ai membri della Commissione Vigilanza indicazioni e suggerimenti precisi».

Di Pietro: Meglio i candidati delle associazioni che la lottizzazione - «L'Italia dei Valori, che non ha mai partecipato ad alcuna spartizione, ribadisce con fermezza e determinazione: la politica deve restare fuori dalle nomine del Cda Rai». Lo afferma il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando le dichiarazioni di Bersani sulla Rai.