2 maggio 2024
Aggiornato 23:30
Il Pdl pungola il Governo su UE e giustizia

Alfano torna all'«ABC»

Il Segretario del Pdl oggi dovrebbe parlare in Aula, dopo che il presidente del Consiglio, Mario Monti, avrà illustrato ai deputati quale sarà la posizione dell'Italia al prossimo strategico Consiglio europeo di fine mese. Riforme, La Russa boccia qualsiasi tendenza aperturista

ROMA - Incalzante, ma non troppo. Non capita spesso che sia il segretario Angelino Alfano a prendere la parola in Aula a Montecitorio a nome del Pdl. Accadrà oggi, salvo cambi di programma, dopo che il presidente del Consiglio, Mario Monti, avrà illustrato ai deputati quale sarà la posizione dell'Italia al prossimo strategico Consiglio europeo di fine mese. Un tema fondamentale, sul quale è importante dare l'impressione di pungolare con insistenza l'esecutivo senza però lanciare alcun ultimatum. Anche perchè nessuno sa come andrà a finire quel Consiglio e solo dopo si potrà capire quanto e come ci si potrà sbilanciare nei confronti dell'Esecutivo.

Alfano torna all'«ABC» - D'altra parte la situazione economica è seria e questo è quello che verosimilmente il premier ha spiegato ieri sera ad 'ABC'. Un vertice con quella formazione a tre, al quale Alfano aveva detto pubblicamente che non avrebbe mai più partecipato. Ma dal quale, evidentemente, non si poteva esimere: lo spread che torna a salire, l'attacco della speculazione arrivato ormai fino alla Spagna e, appunto, l'incognita dei risultati del vertice Ue.

Far sentire la voce dell'Italia in Europa - Ma intanto, nel Pdl a caccia di identità e motivazioni, è importante che si alzi il tiro su temi 'sensibili' come la crisi, la necessità di far sentire la voce dell'Italia in Europa per contrastare la linea iper rigorista della Germania affinchè si dia quello «scatto di reni» che era stato recentemente auspicato proprio da Alfano. D'altra parte, visto che le truppe degli anti-montiani nel Pdl crescono ma che allo stesso tempo il primo a sapere che non ci si può assumere la responsabilità di provocare elezioni anticipate è Silvio Berlusconi, il partito procede a metà tra simil-minacce e prese di posizione responsabili.

Corruzione e responsabilità civile dei Giudici - E quindi anche oggi (mugugnando) i Deputati voteranno a favore della triplice fiducia chiesta dal governo sul ddl anti corruzione. Certo, magari qualcuno non si presenterà al voto e i mal di pancia non mancheranno di farsi sentire. Ma ai più è chiaro che il Pdl non può permettersi certo di mandare in crisi il governo su un tema come quello della corruzione. Anche se questo non vuol dire rinunciare a chiedere, come fa Fabrizio Cicchitto, che «alcune formulazioni vengano cambiate al Senato», o a ricordare al ministro Severino che per quanto riguarda il Pdl «il testo in materia di responsabilità civile dei giudici» approvato alla Camera «è un buon testo» che dovrebbe rimanere «inalterato».

Riforme, La Russa boccia qualsiasi tendenza aperturista - Insomma, il Pdl cerca di tenere alta la tensione sul tema della giustizia e quello della crisi e del rapporto con l'Europa, anche per recuperare compattezza e credibilità. E questo mentre a via dell'Umiltà sono cominciate le prime riunioni organizzative per le primarie che, è una delle ipotesi prese in considerazione, potrebbero tenersi contemporaneamente a quelle del Pd. Ma intanto su un altro 'cavallo di battaglia' post elettorale, ossia la riforma in senso semipresidenzialista, si comincia a intravedere qualche crepa. Prima ancora che Anna Finocchiaro ufficializzasse l'offerta dei democratici di lasciar perdere l'emendamento Berlusconi-Alfano e appoggiare la strada dell'introduzione di un referendum propositivo sulla forma di governo, già Ignazio La Russa aveva bocciato qualsiasi tendenza aperturista che potesse emergere nel suo partito. Un messaggio, pare, rivolto al vice capogruppo vicario Gaetano Quagliariello considerato troppo «mediatore».