25 aprile 2024
Aggiornato 18:30
Media | Nomine RAI

Nuovo cda Rai, Pd per ora sull'Aventino

La data prescelta per la selezione del consiglio di amministrazione è arrivata al termine di una mediazione interna all'ufficio di Presidenza. Anche il Pdl deve ancora stabilire quale strategia adottare

ROMA - Le urne per la votazione per il rinnovo del Consiglio d'amministrazione della Rai si apriranno giovedì prossimo, 21 giugno. La decisione è arrivata questo pomeriggio dopo oltre un'ora di riunione dell'ufficio di Presidenza della di Vigilanza Rai. I membri della commissione di controllo di viale Mazzini hanno stabilito anche che i curricula dei 'candidati' al Consiglio di amministrazione potranno essere presentati entro lunedì 18 giugno. Se è in agenda il voto, null'altro c'è di certo dalle parti della Vigilanza. Perché al momento permane il 'veto' di Pier Luigi Bersani, attestato sul no alla possibilità di concorrere all'elezione del cda della tv pubblica.
La data prescelta per la selezione del consiglio di amministrazione è arrivata al termine di una mediazione interna all'ufficio di Presidenza. Il Pdl, in particolare, aveva chiesto di spostare il voto alla settimana che si apre il 25 giugno, per evitare sovrapposizioni con la presentazione dei palinsesti programmata lunedì prossimo. Alla fine si è scelta la via mediana, con l'apertura delle urne fissata per giovedì 21.

Merlo: Non vogliamo danneggiare la RAI - Il nodo più importante, da sciogliere in vista di quella data, sarà l'atteggiamento dei democratici. Non è un mistero che Bersani - riferiscono - consideri da tempo necessario non mettere la faccia sull'ennesima 'lottizzazione', avendo invece sollecitato nei mesi scorsi con forza un intervento sulla governance Rai. Nel partito, in realtà, il dibattito su quest'approccio prosegue da tempo e, al riguardo, qualche spiraglio lo lascia intravedere il membro della Vigilanza Merlo: «La posizione è quella espressa dal segretario, che è di non fornire indicazioni. Comunque ci confronteremo al nostro interno in settimana e decideremo, noi non vogliamo danneggiare la Rai».

Difficile che il Pdl scelga il blitz - Eppure anche il Pdl deve ancora stabilire quale strategia adottare. Perché se è stata rispedita al mittente l'idea democratica di affidare al governo anche la scelta dell'intero cda, è indubbio che 'approfittare' dell'Aventino bersaniano per accaparrarsi 4 o 5 membri della commissione e lasciare fuori il Pd appare una strada molto difficilmente percorribile. Se insomma Bersani dovesse confermare il no, è possibile che le prime votazioni vadano deserte. Con un effetto pratico immediato: quello di complicare anche il percorso che deve portare la Presidente Tarantola nel consiglio d'amministrazione di viale Mazzini. A meno che il Pd non compia una parziale retromarcia e sostenga il curriculum di un 'autocandidato' così super partes da non poter essere accusato di essere frutto di logiche di lottizzazione. La Lega, dal canto suo, non intende esprimere nomi.

Lainati: Incomprensibile la scelta del PD - E però al momento i democratici sembrano attestati sul fronte del no. Un veto che permetterebbe - anche in vista della sfida elettorale del 2013 - di lanciare un messaggio di novità e di richiesta di modifiche chiare della governance. «Certo il Pd si è infilato in una situazione complicata», dicono preoccupati dal terzo Polo. Duro è invece Giogio Lainati, membro pidiellino in Vigilanza, che giudica «incomprensibile» la scelta del Pd di stoppare la nascita di un cda che sarebbe presieduto da una personalità super partes selezionata dal governo dei tecnici.