3 agosto 2025
Aggiornato 12:30
«Lectio» a San Giovanni in Laterano per l'apertura del convegno diocesano

Papa: No alla cultura della calunnia camuffata da informazione

Il Pontefice: Cerca il benessere materiale e si spaccia per verità. Non è sbagliato dare il battesimo ai bambini appena nati. La fedeltà nella Santa Sede non è cieca ma discende dalla Fede

ROMA - Il Papa ha criticato la cultura che presenta la «menzogna» con «la veste di verità e di informazione» nella 'lectio' tenuta questa sera a San Giovanni in Laterano per l'apertura del convegno diocesano. «Conosciamo anche oggi una cultura dove non conta la verità» ma «conta solo la sensazione e lo spirito di calunnia e distruzione, la cultura che non cerca il bene, il cui moralismo è la maschera per confondere in realtà e creare confusione e distruzione».

«Pompa del diavolo» - Il Papa, 'ospite' del cardinale vicario Agostino Vallini, ha aperto convegno dedicato quest'anno al battesimo, spiegando il significato del rito di iniziazione alla vita cristiana. Benedetto XVI si è soffermato, in particolare, sulle «rinunce» (al male, al peccato e a satana) a cui è chiamato il catecumeno. Il Papa è partito dalla rinuncia al «male», spiegando l'origine del termine, caro alla Chiesa antica, di «pompa del diavolo»: «Erano i grandi spettacoli cruenti, dove le crudeltà diventano divertimento, uccidere gli uomini diventava una cosa spettacolare» e il diavolo «appare con apparente bellezza» ma «in realtà con tutta sua crudeltà».

La menzogna si presenta con la veste della verità - Per il Papa, «si voleva parlare di una 'way of life' nella quale non conta la verità ma l'apparenza, non si cerca la verità ma l'effetto, la sensazione, sotto il pretesto della verità si distruggono gli uomini e si vuole creare solo se stesso come vincitore. Questa rinuncia - ha spiegato il Papa - era una rinuncia ad una anti-cultura contraria a Cristo e a Dio». Una cultura «dominante» che «si impone» nel mondo. «Lascio a ognuno di voi riflettere sulla pompa del diavolo e su questa cultura a cui diciamo 'no', per emanciparci e liberarci. Conosciamo anche oggi - ha proseguito il Papa senza esplicito riferimento al caso 'Vatileaks' - una cultura dove non conta la verità» ma «conta solo la sensazione e lo spirito di calunnia e distruzione. Una cultura che non cerca il bene, il cui moralismo è la maschera in realtà per confondere e creare confusione e distruzione. Contro questa cultura, dove la menzogna si presenta con la veste della verità e dell'informazione, contro questa cultura che cerca il benessere materiale e nega Dio diciamo 'no'».

Non è sbagliato dare il battesimo ai bambini appena nati - Non è giusto differire il battesimo al momento nel quale si può capirne il significato perché diventare cristiani «non è solo una decisione, ma significa essere assunti da Dio, presi in mano da Dio». Lo ha affermato questa sera Benedetto XVI nel suo intervento a San Giovanni in Laterano in apertura del convegno della diocesi di Roma sul battesimo.
«La vita stessa - ha detto il Papa - ci viene data senza che possiamo scegliere o no di nascere, per questo in realtà la domanda vera e se è giusto donare la vita in questo mondo senza avere il consenso di chi deve nascere. Ed è possibile e giusto solo se possiamo dare la garanzia che questa vita è buona, protetta da Dio è un vero dono, l'anticipazione della vita futura». Così, dare il battesimo ai bambini «non è contro la libertà ma è necessario per dare un senso al dono della vita: è un bene necessario che possiamo dare senza scrupoli».

La fedeltà nella Santa Sede non è cieca ma discende dalla Fede - «La fedeltà che si vive nella Chiesa e nella Santa Sede non è una lealtà 'cieca', poiché essa è illuminata dalla fede» in Cristo: lo ha sottolineato il Papa ricevendo stamane in udienza riservata a superiori e alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica, la scuola di formazione dei nunzi apostolici.
«Vi incoraggio a vivere il legame personale con il Vicario di Cristo come parte della vostra spiritualità», ha detto il Papa. «Si tratta, certamente, di un elemento proprio di ogni cattolico, ancor più di ogni sacerdote. Tuttavia, per quanti operano presso la Santa Sede esso assume un carattere particolare, dal momento che essi pongono al servizio del Successore di Pietro buona parte delle proprie energie, del proprio tempo e del proprio ministero quotidiano. Si tratta di una grave responsabilità, ma anche di un dono speciale, che con il passare del tempo va sviluppando un legame affettivo con il Papa, di interiore confidenza, un naturale idem sentire, che è ben espresso proprio dalla parola 'fedeltà'». Dalla «fedeltà a Pietro, che vi invia, deriva anche una particolare fedeltà verso coloro ai quali siete inviati» per «alimentare un rapporto di profonda stima e benevolenza, direi di vera amicizia, verso le Chiese e le comunità alle quali sarete inviati».
«Cari amici, nella misura in cui sarete fedeli, sarete anche degni di fede. Sappiamo del resto che la fedeltà che si vive nella Chiesa e nella Santa Sede non è una lealtà 'cieca' - ha detto Benedetto XVI - poiché essa è illuminata dalla fede in Colui che - ha detto il Papa citando il Vangelo di Marco - ha detto: 'Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa'».