27 aprile 2024
Aggiornato 06:30
Le designazioni al vertice Rai

RAI: Di Pietro, nomine Monti espressione banche e poteri forti

Il leader dell'IDV: Tarantola indagata a Trani, leggano interrogazioni IdV. Cesa: Serviva aria nuova. PD orientato a non bloccare il Presidente, ma non vota cda. Gentiloni: Bene Tarantola, volevamo azienda come Bankitalia

ROMA - «Le nomine indicate da Monti confermano la paura del presidente del Consiglio di essere abbandonato definitivamente dai poteri forti. Per questo, ha ripreso l'unica strada che conosce». Lo afferma il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, commentando le designazioni al vertice Rai. «Ma è mai possibile - aggiunge - che non si riesca a fare una nomina selezionata dal basso, dal popolo degli utenti, dai cittadini, dai veri fruitori del servizio pubblico? Che c'entrano i poteri forti, il mondo delle banche con l'informazione?».

Tarantola indagata a Trani - Prosegue Di Pietro: «Tra l'altro, mi chiedo: prima di fare questi nomi altisonanti, avranno letto questi professori le interrogazioni depositate in Parlamento, tra cui quattro dell'IdV, sulla dott.ssa Tarantola? Se lo avessero fatto avrebbero visto che risulta indagata a Trani per un'inchiesta sui prodotti derivati tossici che hanno rovinato migliaia di imprese, addirittura portando molte di queste al fallimento».
«Trasparenza, affidabilità, competenza e legalità dovrebbero essere i criteri per guidare certe nomine e non - insiste Di Pietro - l'appartenenza a certi poteri e al mondo delle banche. Ma forse quella di Monti non è arrendevolezza ai poteri forti, ma convergenza essendo lui stesso un rappresentante di questo mondo».

Cesa: Serviva aria nuova - «Per i vertici della Rai il governo ha compiuto ottime scelte, di assoluta terzietà e riconosciuta competenza. C'era bisogno di aria nuova in Rai, di una guida che possa far uscire l'azienda dalle difficoltà in cui si trova puntando sulla qualità». Lo ha affermato il segretario nazionale dell'Udc Lorenzo Cesa.

PD orientato a non bloccare il Presidente, ma non vota cda - Il Pd non bloccherà la nomina del nuovo presidente Rai, ma non parteciperà all'elezione dei membri del cda che spettano alla commissione di Vigilanza e, dunque, ai partiti. Pier Luigi Bersani lo aveva fatto capire già stamattina e questo pare essere l'orientamento anche dopo la notizia della designazione di Anna Maria Tarantola e Luigi Gubitosi alla presidenza e alla direzione generale della Rai. «Se il governo farà una qualche positiva scelta - aveva detto Bersani stamattina - noi l'apprezzeremo, ma con questa legge non partecipiamo. I partiti escano dalla Rai».
I nomi sono ritenuti certamente di valore, anche se qualche dubbio può esserci per dei curriculum che poco hanno a che vedere con la televisione. Ma il Pd non dovrebbe assumere una posizione di ostilità che finirebbe per bloccare tutto, visto che il presidente deve avere i 2/3 dei voti in Vigilanza per poter entrare in carica. Resta invece il no del Pd a partecipare all'elezione dei componenti del cda di competenza della Vigilanza.

Gentiloni: Bene Tarantola, volevamo azienda come Bankitalia - «Bella idea Anna Maria Tarantola a Viale Mazzini: per anni abbiamo detto che volevamo una Rai come la Banca d'Italia». Lo ha scritto su Twitter Paolo Gentiloni del Pd, commentando il nome designato dal presidente del Consiglio per la presidenza della RAI.