26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Centrodestra | La crisi del PDL

Pdl nel caos, Alfano tentato dalle primarie

Silvio Berlusconi secondo alcuni sarebbe addirittura «urtato» per quello che giudica un gioco di sponda tra Renato Schifani e Angelino Alfano, culminato nella lettera del presidente del Senato al Foglio. Ma il partito pressa il Cavaliere in chiave anti Monti

ROMA - Alla riunione d'emergenza si è arrivati nel modo peggiore possibile. Con Silvio Berlusconi che secondo alcuni sarebbe addirittura 'urtato' per quello che giudica un gioco di sponda tra Renato Schifani e Angelino Alfano, culminato nella lettera del presidente del Senato al Foglio. E così, l'ufficio di presidenza del Pdl convocato per domani rischia di trasformarsi in una polveriera, dove una scintilla o una parola fuori posto è capace di far esplodere un ambiente già provato da mesi difficilissimi. Eppure, l'esito più probabile è che alla fine esca un messaggio di unità, nonostante veleni e tensioni che si sono trascinati anche oggi nel corso di riunioni più o meno permanenti dei big del partito.

La carta delle primarie - A sera l'ipotesi che va per la maggiore, nel fortino di via dell'Umiltà, è che domani il Pdl possa tentare di uscire dall'angolo con un'arma di solito esclusiva prerogativa degli avversari del Pd: le primarie, da tenere fra settembre e ottobre. Un'idea - rilanciata anche da Giuliano Ferrara con un pubblico appello - che potrebbe essere lanciata con una sorta di mozione che convochi elezioni primarie utili a incoronare il segretario del partito. Che in realtà già c'è, ma che è stato designato da Berlusconi e risulta indebolito da mesi difficili, sconfitte elettorali, oltreché 'schiacciato' dall'eredità ingombrante di Silvio Berlusconi. L'alternativa in campo, spiegano fonti pidielline, sarebbe la convocazione di un congresso, sgradito però al Cavaliere per il timore che venga interpretato come un rito da 'vecchia politica'. Primarie o congresso, dunque, a meno che non sia Berlusconi a stoppare l'operazione sul filo del traguardo.

Il Cavaliere irritato dai crescenti malumori interni - La vera discussione è in atto fin da ieri, dalle parti di via dell'Umiltà. Domani si vedrà il frutto di un acceso confronto interno, che secondo alcuni coinvolge le stesse figure di Berlusconi e Alfano. Il Cav è descritto come molto irritato dai crescenti malumori interni, dalle voci di 'regicidio morbido', da chi chiede al segretario di affrancarsi dal leader. Alcuni dirigenti, alcuni pesi massimi del partito hanno chiesto ad Angelino di ritagliarsi un ruolo distinto e autonomo rispetto a Berlusconi. Ma anche di tracciare una rotta chiara anche nei confronti del governo. Perché, riferiscono diverse fonti, è soprattutto Berlusconi a voler tenere in vita Monti. Preoccupato, il Cavaliere, dalle ripercussioni che l'instabilità potrebbe provocare anche rispetto alle sue aziende. Alla fine, però, la linea più probabile resterà quella di un sostegno all'esecutivo, condizionato alle future, «stringenti richieste del Pdl». «State pronti a tutto», ribadirà comunque Berlusconi.
Se dovesse finire con la svolta delle primarie o comunque con un segnale di discontinuità forte, non sarebbe caduto nel vuoto l'appello di Renato Schifani per rafforzare il segretario. E questo al netto di chi ha letto nella sortita del presidente del Senato anche la volontà di interpretare l'auspicio quirinalizio rispetto alla necessaria stabilità politica con la quale affrontare la crisi dei prossimi mesi.

«Parla chiaro sul Pdl e sul suo futuro», questa dovrebbe essere la corale richiesta a Berlusconi. Che, dal canto suo, con ogni probabilità rassicurerà i suoi, pur continuando a lavorare come fa da tempo a liste satellite, da quella «di destra» a quella dei giovani fino ai «fedelissimi di Silvio». Tutte necessarie, nel suo schema, ad affiancare il Pdl nella corsa elettorale del 2013. Con la regia della partita, naturalmente, localizzata sempre dalle parti di Arcore.