28 agosto 2025
Aggiornato 09:00
Centrosinistra | Primarie PD

PD, Bersani lancia la «ricostruzione»

Secondo quanto si è capito in queste ore, il leader del Pd domani non fisserà una data per le primarie, ma ribadirà la sua candidatura alla guida del Paese e la disponibilità a verificarla con primarie «aperte» se chi condividerà la piattaforma «per la ricostruzione»

ROMA - Le primarie, alle fine, dovrebbero essere solo la 'chiusa' eventuale del percorso che Pier Luigi Bersani illustrerà domani. Secondo quanto si è capito in queste ore, il leader del Pd domani non fisserà una data per le primarie, ma ribadirà la sua candidatura alla guida del Paese e la disponibilità a verificarla con primarie «aperte» se chi condividerà la piattaforma «per la ricostruzione» vorrà a sua volta candidarsi. Insomma, a quanto pare, Bersani partirà dal «patto per la ricostruzione», che sarà rivolto ai progressisti, ai riformisti, ai moderati «costituzionali», al mondo delle associazioni, alla società civile (compresi dunque tutti i movimenti che potrebbero presentare proprie liste): un appello «largo», come ama ripetere il segretario, su una piattaforma politico-programmatica «per il Governo del Paese». Su questa piattaforma si definiranno le alleanze. Se tra quanti 'ci staranno' qualcuno vorrà candidarsi a sua volta, si terranno primarie aperte. Ovviamente, la piattaforma «per la ricostruzione» non sarà un prendere o lasciare, il Pd proporrà ai suoi interlocutori l'avvio di un confronto, l'apertura di un tavolo per la definizione comune di un programma di governo.

Letta e D'Alema: Cautela sulle primarie - La disponibilità alle primarie, però, resta, nonostante più di una perplessità di diversi dirigenti. Qualcuno, come Enrico Letta e Massimo D'Alema, avrebbero invitato il segretario alla cautela sulle primarie, spigando che si rischia di indebolire il Governo Monti, convocandole subito; non solo, avrebbero obiettato i due dirigenti, convocare le primarie da subito rischierebbe di scatenare la corsa dei concorrenti e di inchiodare il Pd alla 'foto di Vasto'. E i due avrebbero insistito sulla necessità di rilanciare, invece, sulla legge elettorale, per sfidare il Pdl che chiede al Pd di votare il semi-presidenzialismo. D'altro canto, l'idea di primarie di partito, chieste da Renzi, viene bocciata da quasi tutti, perché si creerebbe una sovrapposizione col voto del congresso del 2009.

Serve un consenso forte - Bersani su questo è stato chiaro con gli interlocutori, la candidatura a guidare una proposta di governo del Paese non può reggersi solo su una norma statutaria, serve un consenso forte e se qualcun altro si proporrà si terranno le primarie. Del resto, fuori dal partito, già Nichi Vendola ha fatto capire di essere intenzionato a correre e se Sel sarà tra i soggetti che siederanno al tavolo che Bersani vuole aprire, non si potrà dire no. Ma il segretario Pd ha anche rassicurato tutti sul fatto che la sua proposta prevede, appunto, l'offerta di un patto di governo e che le primarie rappresentano solo la conclusione del percorso.

Sfida al PDL sulla legge elettorale - D'altro canto, sul fronte riforme il segretario Pd da giorni aveva deciso di non limitarsi a dire che il semipresidenzialismo non si può fare. Bersani, a quanto pare, domani rilancerà, sfidando il Pdl sulla legge elettorale, il doppio turno, visto che quella davvero si può fare in due settimane. Se si fa questo, si può anche avviare un ragionamento sulla riforma della Costituzione che chiede il centrodestra, magari assumendo un impegno solenne a rendere 'costituente' la prossima legislatura o, comunque, ad esaminare il dossier nel tempo necessario per una riforma così complessa.