2 maggio 2024
Aggiornato 03:30
Centrodestra | La crisi del PDL

Alfano promette le primarie e dice no al listino

«Presto la nuova squadra del Pdl». Sono alcuni degli impegni che il segretario del Pdl Angelino Alfano ha preso questo pomeriggio a Pavia partecipando all'assemblea di «Formattiamoilpdl» organizzata dal giovane sindaco pidiellino pavese Alessandro Cattaneo

ROMA - Primarie per scegliere tutti i candidati alle prossime elezioni, abolizione del listino riservato ai vertici di partito, nuova squadra alla testa del Pdl. E poi pressione sulle banche perchè allarghino le maglie del credito a famiglie e imprese e revisione dei troppi poteri concessi ad Equitalia nella lotta agli evasori. Sono alcuni degli impegni che il segretario del Pdl Angelino Alfano ha preso questo pomeriggio a Pavia partecipando all'assemblea di «Formattiamoilpdl» organizzata dal giovane sindaco pidiellino pavese Alessandro Cattaneo.

Preceduto da un'alluvione di messaggi quasi tutti molto critici su Twitter (la riunione di Pavia è stato ieri il tema più twettato in rete), Alfano è stato accolto da una platea tutt'altro che ossequiosa di consiglieri comunali, dirigenti locali, semplici iscritti che avevano già polemizzato con l'ex Ministro Gelmini e col Deputato Crosetto. Insomma, dopo la conferenza stampa di ieri, condita di gaffes, per lanciare il progetto di elezione diretta del Presidente della Repubblica, un altro appuntamento difficile per il segretario Pdl stretto fra la resistenza della vecchia guardia (Berlusconi compreso) e la volontà di rinnovamento della base.

Mentre in rete scorrevano tweet del tipo «Alfano, ma tu sei stato votato democraticamente o nominato da qualcuno: è questo il punto», il segretario è partito all'attacco sul sistema elettorale. «Sono convinto - ha detto rispondendo a Cattaneo - che la lista bloccata non è il sistema migliore e vi prometto che faremo le primarie per scegliere i candidati alle prossime elezioni e ci batteremo in Parlamento per togliere il listino dalla prossima legge elettorale. Non vedo l'ora di non esercitare più il potere di scegliere i candidati, perchè sono convinto che bisogna affermare il principio che i candidati non devono essere calati dall'alto, ma spinti dal basso». Poi Alfano ha confermato la volontà di rinnovare rapidamente il gruppo dirigente del Pdl e ha chiesto a Cattaneo la disponibilità a entrare nella sua squadra. «Tu - ha detto rivolto al sindaco di Pavia - capiti spesso a Roma per partecipare alle riunioni dell'Associazione Comuni. Se ti fa piacere, entra a far parte della mia squadra che a breve andrò a creare». Cattaneo si è riservato di rispondere, ma ha sostenuto che lui è solo il portavoce di un popolo che vuole il cambiamento: prima che Alfano arrivasse, infatti, la platea di Pavia aveva salutato con un boato la proposta di azzerare l'intero gruppo dirigente del partito. E intanto arrivava un'altra stilettata polemica da Federica Di Benedetto da Lecce: «Se alla conferenza stampa di ieri avessi detto la metà delle cose che hai detto qui,non ci sarebbe stata la reazione di delusione che abbiamo avuto tutti».

E un altro ha aggiunto: «Come si fa a proporre il presidenzialismo quando ci sono imprenditori che si suicidano per le tasse che sono state messe in gran parte dal Governo Berlusconi, così come è stato il Governo Berlusconi a invertire l'onere della prova fiscale che sta generando tanto malessere verso l'Agenzia delle Entrate ed Equitalia? La verità è che il Pdl è stato liberale in campagna elettorale, ma statalista e socialista al Governo». Di fronte a contestazioni tanto esplicite, Alfano ha cercato di difendere la scelta del presidenzialismo («E' meglio che il presidente lo elegga la Casta o direttamente i cittadini?») e ha aperto a modifiche sul fisco: «Non sono abituato a guidare l'automobile guardando lo specchietto retrovisore, altrimenti si rischia di andare a sbattere. Bisogna guardare avanti». Ma poi ha concesso: «Bisogna imparare dagli errori del passato: anch'io non ho condiviso l'eccesso di potere concesso ad Equitalia e non è un tabù pensare di rivedere i suoi poteri. Quanto agli imprenditori in difficoltà, ci batteremo perchè le banche concedano alle famiglie e alle imprese i 139 miliardi che hanno avuto dalla Bce. E il credito alle imprese, così come i tagli agli sprechi della spesa pubblica saranno tra i cardini del nostro programma elettorale». Insomma, un pomeriggio complesso nella «fossa dei leoncini» del Pdl da «formattare».