19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Ancora una giornata no per il ddl anticorruzione

Corruzione, il Pdl «frena», ma passa la proposta del PD: pene più severe

Alla Camera scambi di accuse incrociate di «ostruzionismo», rivolte da tutti gli altri gruppi al Pdl che ha messo in campo alcuni interventi-fiume, e di «inciucio», rivolta a Pdl-Pd-Udc dalla relatrice finiana Angela Napoli

ROMA - Ancora una giornata no per il ddl anticorruzione in discussione alla Camera, con scambi di accuse incrociate di «ostruzionismo», rivolte da tutti gli altri gruppi al Pdl che ha messo in campo alcuni interventi-fiume, e di «inciucio», rivolta a Pdl-Pd-Udc dalla relatrice finiana Angela Napoli, per uno scambio di idee informale fra questi gruppi e il ministro nel corso di una sospensione della seduta delle commissioni. Alla fine, è saltata ogni ipotesi di mediazione e non si è tenuta una riunione di maggioranza programmata per fine seduta: è passato, con i voti di Idv e Fli e l'astensione di Udc e Lega, un emendamento del Pd che introduce un inasprimento di pene sulla corruzione per atti contrari ai doveri d'ufficio. Un emendamento che il ministro della Giustizia, Paola Severino, aveva chiesto di accantonare per avere tempo per la ricerca di una mediazione per armonizzare le norme penali: «Ora che è stato votato questo, anche tutte le altre pene dovranno scalare», ha commentato.

Per gli esponenti del Pdl «c'è una nuova maggioranza», ma il ministro ha liquidato la questione: «Non credo», ha commentato, «ma non si può impedire all'Idv di votare un provvedimento se lo condivide». La guardasigilli e si è detta ottimista sulla possibilità di riunire in un'altra occasione la maggioranza alla ricerca di una mediazione: «Sono tenace», ha spiegato. Ma Angelino Alfano, segretario del Pdl, ha accusato il Pd di cercare «l'incidente» sulla giustizia «per far saltare il Governo». Il provvedimento andrà in aula il 28 maggio, la prossima settimana la commissione dovrebbe convocarsi nei tre giorni centrali della settimana per cercare di portare a termine l'esame del ddl.

Di fronte al trascinarsi del dibattito nelle commissioni Affari costituzionali e Giustizia di Montecitorio, a sorpresa era stato il leghista Raffaele Volpi a minacciare di bloccare l'ostruzionismo con richieste di chiusura discussione a norma di regolamento su tutti i subemendamenti. A quel punto l'Idv ha preso l'iniziativa di ritirare tutte le sue proposte di modifica, per consentire un esame più rapido dell'emendamento del Governo sulle norme penali del ddl.

Durissime le accuse lanciate da Antonio Di Pietro all'indirizzo dei deputati del Pdl: «Vogliono ridurre gli strumenti a disposizione della magistratura e delle forze dell'ordine contro la criminalità politica e finanziaria. Devono garantire ai loro mandanti di ottemperare alla richiesta di spuntare le ali alla magistratura. Se potessi, ci vorrebbe il Pentothal... sapere chi è il mandante, probabilmente non è uno solo ma un sistema di persone che ha disposto tutto questo in una nuova Castiglion Fibocchi (la residenza del capo della P2 Licio Gelli, ndr)». «Noi ostruzionisti? Sono solo due sedute - ha replicato Enrico Costa del Pdl - che si discute di questo emendamento, il Governo ha impiegato due mesi per scriverlo...».
In un primo momento sulla proposta dell'Idv è sembrato che si realizzasse un'ampia convergenza, ma alla fine solo l'Udc ha ritirato i suoi subemendamenti. E quando il Pd ha 'forzato' chiedendo il voto sulla sua proposta, Federico Palomba dell'Idv li ha accusato di slealtà e di voler fare «vetrina». «Animi surriscaldati - ha commentato a fine seduta Roberto Rao dell'Udc - ma noi pensiamo che ci sia spazio per trovare una soluzione».

Molto soddisfatta Donatella Ferranti del PD, secondo la quale l'aumento delle pene minime contenute nel suo emendamento «da' effettività alle pene accessorie» mentre l'innalzamento della pena massima «determina l'incremento dei tempi di prescrizione». E in ogni caso «questo voto mette in sicurezza il testo Severino: poiché le commissioni hanno modificato le proposte del Governo è evidente che quel testo dovrà essere messo in votazione. Viene compromesso così l'ostruzionismo del Pdl che mirava a non far votare le commissioni per andare in aula con il testo Alfano».