11 settembre 2024
Aggiornato 11:00
Summit notturno a Palazzo Grazioli

Il PDL sogna Casini. E Berlusconi frena su «spacchettamento»

In realtà, le indiscrezioni su presunte imminenti scissioni si susseguono. Nessuno può prevedere l'effetto dei ballottaggi, le mosse di quel che resta del Terzo Polo, eventuali improvvise accelerazioni di Berlusconi. Alfano intanto insiste sull'unione dei moderati

ROMA - Ignazio La Russa ha alzato la voce, a un certo punto del summit notturno a Palazzo Grazioli. Ha quasi urlato che lui un partito di destra è anche pronto a farlo, se continua il tam tam che indica negli ex An la fazione candidata a togliere il disturbo, con uno spacchettamento più o meno controllato. E' a quel punto che Silvio Berlusconi, pregiudizialmente non ostile alla proposta di «separazione consensuale» targata Quagliariello - ieri assente - ha provato a rassicurare tutti: si va avanti con un unico partito. Quanto al governo, l'indicazione resta sempre la stessa, ribadita in tv stasera anche da Alfano: sostegno, ma con distinguo, un appoggio insomma «non ipocrita».

Alfano insiste sull'unione dei moderati - In realtà, le indiscrezioni su presunte imminenti scissioni o spacchettamenti si susseguono. E questo accade perché nessuno può prevedere l'effetto dei ballottaggi, le mosse di quel che resta del Terzo Polo, eventuali improvvise accelerazioni di Berlusconi. A Porta a porta Alfano ha promesso «qualcosa di più grande» per unire i moderati, bollando come un «dettaglio» l'eventuale modifica dell'acronimo del partito. Ieri però nessuno si è espresso a favore dello schema dello spacchettamento, che prevederebbe una confederazione pronta ad abbracciare un partito moderato e uno di destra. «Nessuno intende buttarvi fuori», ha provato a tranquillizzare il Cavaliere. E Alfano avrebbe non solo chiesto di evitare fughe in avanti o suggestioni, ma anche ammonito: «L'idea di cambiare nome al Pdl è complicata, perché quando si perde non si cambia il nome: è un segnale sbagliato». E però l'idea di una «rivoluzione» che porti a un nuovo soggetto politico resta in campo, fra le file degli ex FI.

Summit dei big da Schifani - Per quattro giorni almeno, insomma, fino alla chiusura dei seggi nessuna novità sembra capace di poter maturare. Anche perché Matteoli e Alemanno non sono intenzionati a muoversi dal Pdl, anche in caso di un'operazione di spacchettamento. Il sindaco di Roma, anzi, pare stia mantenendo un filo diretto con Pier Ferdinando Casini. Eppure molto si muove, tanto che oggi a pranzo si sono incontrati riservatamente - raccontano azzurri del Senato - Renato Schifani, Angelino Alfano, Denis Verdini, Ignazio La Russa e Maurizio Gasparri.

La trattativa con Casini - Il leader dell'Udc viene descritto come il convitato di pietra, dalle parti di Palazzo Grazioli. Dicono che Pier preferisca non trattare direttamente con Berlusconi (nonostante i contatti), ma che mantenga un canale di comunicazione sempre aperto con alcuni big ex FI, a partire da Alfano. Riferiscono inoltre che l'offerta resti sempre la stessa: Berlusconi non si candida a Chigi, l'Udc sostiene un candidato moderato (il massimo sarebbe Montezemolo), al leader centrista si promette l'ascesa al Colle più alto. Il tutto, mantenendo intatta l'attuale legge elettorale e provando a coinvolgere la Lega. Per ora, comunque, il leader Udc non avrebbe detto sì alla proposta.
C'è un piccolo ostacolo, al netto del Carroccio e delle resistenze di Casini al «piano»: i sondaggi esaminati anche ieri segnalano un distacco di parecchi punti tra questa coalizione moderata e il gruppo al momento vincente della «foto di Vasto». Se però l'esponente della società civile chiamato a guidare la coalizione moderata portasse in dote una lista personale dell'8-10%, l'esito sarebbe differente, è la postilla dei rilevamenti effettuati.

Nuova «ondata» giudiziaria? - C'è infine una variabile che circola da giorni nei Palazzi della politica. Come già nella primavera scorsa, anche stavolta voci non confermate indicano come imminente una nuova e non meglio precisata «ondata» giudiziaria capace di lambire diverse forze politiche, di maggioranza e opposizione. Solo voci, per ora, ma che potrebbero modificare ulteriormente il quadro.