Legge elettorale: Napolitano, modifica assolutamente ineludibile
Il Presidente della Repubblica: Integrazione essenziale a riforme e legge sui partti. Belisario (Idv): Bipolarismo non si tocca. Parisi: Ecco l'effetto del mancato referendum. Napoli (Pdl): Da sola non risolve crisi italiana. Pisicchio (Api): Non si torni indietro dallo schema tedesco
MILANO - Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha definito «un impegno assolutamente ineludibile» quello delle forze politiche per la modifica dell'attuale legge elettorale. È quanto ha detto prima di arrivare all'università Cattolica di Milano. Si tratta, a suo parere, di una «integrazione essenziale» al pacchetto di riforme costituzionali già condiviso dai partiti, ma fermo in Parlamento, e alla legge sui partiti stessi.
Belisario (Idv): Bipolarismo non si tocca - «Se c'è una cosa che ha funzionato nella seconda repubblica è il bipolarismo che qualcuno vorrebbe cancellare». Lo ha detto in una nota il presidente dei senatori dell'Italia dei Valori, Felice Belisario.
«La regola dell'alternanza, in una democrazia bloccata per 50 anni, è stata una ventata d'aria fresca che ha consentito a tutte le forze politiche - ha osservato - di misurarsi con le responsabilità di governo. Quello che, invece, non ha funzionato, è stato il terzopolismo che, con la scusa di non stare né di qua né di là, ha cercato, senza riuscirvi, di essere ago della bilancia del sistema e di pesare molto più dei propri voti».
Parisi: Ecco l'effetto del mancato referendum - «L'ennesimo pressante invito del Presidente della Repubblica ai partiti perchè approvino una nuova legge elettorale dà da solo la misura della crisi del nostro sistema. Sono passati 8 mesi da quando, sotto la spinta del fiume di firme contro il Porcellum, tutti i partiti si precipitarono a spergiurare che in pochi giorni avrebbero provveduto a cancellare una legge ormai disconosciuta da tutti. E, invece, non è accaduto nulla». Lo denuncia Arturo Parisi esponente del Pd e promotore del referendum per abrogare l'attuale legge elettorale.
Napoli (Pdl): Da sola non risolve crisi italiana - «Lo smarrimento della politica non è un tratto solo del tempo italiano. In Italia, però, la confusione ha un tratto patologico suo proprio, determinato dalla fragilità dei meccanismi istituzionali. E' questa peculiarità che rende irresolubile la crisi senza che si operi contemporaneamente dal versante del meccanismo elettorale e delle riforme istituzionali». Lo ha dichiarato in una nota il vice presidente dei deputati del Pdl, Osvaldo Napoli.
Della Vedova: Non cambiarla sarebbe autolesionista - «Come ha detto oggi il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, la riforma della legge elettorale è assolutamente ineludibile». Lo ha sottolineato in una nota il capogruppo di Futuro e Libertà alla Camera, Benedetto Della Vedova. «La legge attuale, tra l'altro, è divenuta una delle più convincenti ragioni di discredito nei confronti della classe politica da parte dell'opinione pubblica: sarebbe imperdonabile e autolesionista - ha osservato - arrivare al voto politico ammettendo il fallimento nel riformare regole elettorali che nessuno dice di voler mantenere».
Pisicchio (Api): Non si torni indietro dallo schema tedesco - «Le opportune sollecitazioni del Capo dello Stato ai partiti per la conclusione di un indispensabile processo di riforme, non vanno strumentalizzate nè piegate ai desiderata delle singole parti in causa. Così la nuova legge elettorale, necessaria per restituire un'agibilità democratica al corpo elettorale oggi espropriato del diritto di scelta della rappresentanza, dovrà essere il punto d'incontro tra le diverse visioni della politica, così come si è fatto fino ad oggi concordando sullo schema tedesco». E' quanto afferma Pino Pisicchio, capogruppo di Alleanza per l'Italia alla Camera.
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