29 marzo 2024
Aggiornato 07:00
Colloquio al Quirinale

Riforme, colloquio Napolitano-Monti su iter parlamentare

Il capo dello Stato cerca di evitare che torni in un cassetto anche quel pacchetto di modifiche alla Costituzione che al Senato sembra a buon punto, ma capisce anche che le fibrillazioni interne a molti partiti non facilitano certo l'iter

ROMA - I tempi sono sempre più risicati e per questo Giorgio Napolitano ha voluto fare il punto sulla situazione oggi al Quirinale. La riforma della Costituzione ha un iter obbligato, la doppia lettura prevista dall'art. 139 impone una ferma volontà politica che è tutta da verificare dopo lo scossone delle amministrative su Terzo polo e Pdl. Il capo dello Stato cerca di evitare che torni in un cassetto anche quel pacchetto di modifiche alla Costituzione che al Senato sembra a buon punto, ma capisce anche che le fibrillazioni interne a molti partiti non facilitano certo l'iter. Forse anche per questo motivo Napolitano ha preferito il Governo come «relatore» sullo stato dell'arte.

Serve un segnale di «autoriforma» della politica - All'incontro c'era il presidente del Consiglio Mario Monti, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi e i «tecnici» legislativi del Quirinale. Napolitano ha voluto sapere esattamente, da un osservatore «terzo», come stanno davvero le cose e quali riforme possono realmente essere realizzate. Il presidente da mesi incalza i partiti sulle modifiche alla Costituzione e sulla riforma della legge elettorale, e il risultato delle amministrative, con i voti a Beppe Grillo, lo ha convinto ancora di più che serve un segnale di «autoriforma» della politica.
Il problema è che l'esito del voto ha anche reso più difficile il dialogo, come dimostra anche la trattativa sulla legge elettorale: di fatto, dopo mesi di incontri tra i «tecnici» dei partiti, si è quasi tornati al punto di partenza. La «bozza Violante», messa a punto con fatica e, in realtà, ancora indefinita sui punti-chiave, sembra essere stata accantonata. I partiti stanno cercando di rivedere le proprie strategie in vista delle elezioni politiche ed è inevitabile che il dibattito sulle riforme vada in stand by. Tutti segnali che non possono non preoccupare il presidente.

Ennesima esortazione ad andare avanti - Per questo l'incontro di Napolitano con il Governo viene letto, da diverse fonti parlamentari, come un'ennesima esortazione ad andare avanti rivolta ai partiti. Il capo dello Stato non ha poteri di supplenza, né il Governo può sostituirsi al Parlamento. Ma Napolitano sembra intenzionato ad usare fino in fondo l'arma della «moral suasion» nei confronti delle forze politiche, per evitare che le riforme vengano rinviate ancora una volta. Per sperare di portare a termine il lavoro serve che la prima lettura venga completata prima della pausa estiva. E Napolitano sa bene quello che nei corridoi del Parlamento si ripete: se non si fa la riforma della Costituzione sarà molto improbabile anche la modifica della legge elettorale.