Monti si prepara a vertice «ABC»: Accordo per la crescita
Con la partita del lavoro ormai in dirittura d'arrivo, a preoccupare ora il Premier Mario Monti sono soprattutto l'impennata dello spread e il crollo delle stime di crescita, «ma la strategia dell'Esecutivo non cambia». Bersani: Allentare il patto di stabilità
ROMA - Con la partita del lavoro ormai in dirittura d'arrivo, a preoccupare ora il Premier Mario Monti sono soprattutto l'impennata dello spread e il crollo delle stime di crescita. Due elementi che si intrecciano, perchè è evidente che il peggioramento del Pil e l'aumento della spesa per interessi da un lato rendono più lontani gli obiettivi di bilancio, dall'altro bloccano risorse da destinare alla crescita. Temi di cui si parlerà domani al vertice con Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pier Ferdinando Casini, per cercare un accordo «politico» su cui poggiare l'azione dell'esecutivo dei prossimi mesi. Tanto che circola voce di un possibile nuovo Cdm venerdì prossimo, se si dovesse individuare qualche misura da adottare rapidamente: un'ipotesi iniziata a girare questa mattina, smentita da palazzo Chigi, ma che pare sia stata presa in considerazione.
Nessun cambio di strategia - Da palazzo Chigi assicurano che per ora cambi di strategia del governo non ce ne sono: «Monti ha sempre seguito con attenzione l'andamento dello spread, ha sempre fatto notare che dalla crisi non eravamo ancora fuori. Certo non sono numeri che fanno piacere, ma non sono elementi di preoccupazione 'nuovi': la nostra strategia resta la stessa». Tanto che domani, al vertice con i segretari, il premier non si presenterà con nuovi provvedimenti: «Ascolteremo quello che ci diranno i segretari, e si cercherà di accelerare su qualche provvedimento».
Il menù degli interventi è quello illustrato ieri da Corrado Passera a In Mezz'ora, ripresentato anche stamattina, con tanto di slide in powerpoint, alla riunione con Monti e gli altri ministri economici. L'obiettivo è quello di arrivare al Cdm di mercoledì, proprio all'indomani del vertice, non solo con la Def ma anche con un piano nazionale di riforme. Si va dalla riforma del sistema degli incentivi, su cui dal Ministero per lo Sviluppo assicurano di essere pronti entro giugno, allo sblocco dei pagamenti per le imprese, su cui «va trovata la quadra tecnica», spiegano fonti ministeriali: ma se dovesse essere adottato il 'pro solvendo', le banche potrebbero mettere a disposizione delle aziende diversi miliardi; di questo Passera parlerà giovedì sera con il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari. Sempre sul fronte banche, continua il pressing a livello Ue per l'abbassamento dei coefficienti patrimoniali, che potrebbero consentire agli istituti di credito di erogare con più facilità prestiti al sistema produttivo.
C'è poi il capitolo infrastrutture, sul quale dal Ministero per lo Sviluppo contano di poter mettere altri 20 miliardi nei prossimi mesi, dopo i 22,5 già sbloccati. E altre risorse per la crescita arriveranno dal beauty contest, che il governo ha deciso di annullare: una quantificazione viene ritenuta difficile, ma fonti di governo contano di poter incassare almeno un paio di miliardi. Tutti temi su cui il governo lavora da tempo e su cui domani, al vertice con i segretari, Monti cercherà l'accordo politico per individuare le priorità. Che non sarà però la riduzione delle tasse grazie ai proventi della lotta all'evasione: «Bisognerà aspettare il consuntivo, vedere quale sarà la situazione economica e finanziaria all'inizio del prossimo anno...». Insomma, nulla per il 2012.
Più semplice si preannuncia invece la partita lavoro, al tavolo tra il premier e i segretari «di maggioranza»: Monti insisterà sul fatto che il ddl non va stravolto, ma sull'opportunità di alcune modifiche sulla flessibilità in entrata ormai sembrano tutti d'accordo. E anche il Pd non sembra affatto intenzionato a complicare la discussione: il compromesso raggiunto sull'articolo 18 per Pier Luigi Bersani è un risultato troppo importante e per questo il segretario democratico sembra orientato ad andare incontro in qualche modo alle richieste di Confindustria e Rete Imprese Italia (che incontrerà mercoledì) a patto che non si stravolga il ddl. Già ieri Bersani ha fatto capire la posizione del suo partito: «Voglio essere costruttivo come due domeniche fa: faremo gli aggiustamenti dovuti in Parlamento ma la riforma va avanti».
Bersani: Allentare il patto di stabilità - Su un altro fronte, invece, il Pd chiederà uno sforzo a Monti: per Bersani è necessario agire con misure anti-cicliche contro la recessione, cercando di creare «un po' di lavoro». Il leader Pd tornerà a proporre, in particolare, di allentare il patto di stabilità sui comuni virtuosi, dando la possibilità di fare investimenti, non in grandi opere, ma in opere di manutenzione. Servono, sarà il ragionamento, iniziative di politica industriale, pur nell'ambito degli stretti vincoli di bilancio: misure a favore del risparmio energetico; bisogna poi immettere liquidità nel sistema, a sostegno delle Pmi.