19 aprile 2024
Aggiornato 14:30
Riunione fra i segretari della «strana maggioranza»

Riforme, scetticismo e incognita voto: prima intesa ABC

PD teme tempi stretti. PDL al bivio alleanze, contano le amministrative. La tensione sulla riforma del mercato del lavoro ha solo sfiorato la riunione fra i segretari di maggioranza. Troppo alti, si diceva, i rischi di non trovarsi d'accordo, più sicuro rimandare a nuovi incontri. Magari con Monti

ROMA - La tensione sulla riforma del mercato del lavoro ha solo sfiorato la riunione fra i segretari di maggioranza. Troppo alti, si diceva, i rischi di non trovarsi d'accordo, più sicuro rimandare a nuovi incontri. Magari con Monti, al suo rientro dal tour asiatico. Meglio per Bersani, Casini e Alfano discutere di riforme e legge elettorale, anche se è chiaro che le tensioni sul mercato del lavoro e i sospetti incrociati influiscono su qualunque trattativa. Alla fine dell'incontro viene stilato un comunicato che mette nero su bianco - di fatto - lo schema Violante. Suscitando l'entusiasmo di Casini, visto che la bozza si adatta perfettamente alle esigenze di una forza centrista e terzopolista. E che rende appetibili anche soluzioni di salvezza nazionale e di larga intesa.

Eppure, anche per Bersani lo schema Violante è un compromesso necessario. Certo - spiegano gli esperti democratici - spinge al tripartitismo ma rappresenta comunque una semplificazione utile perchè il Pd non vuole tornare alle coalizioni 'modello Unione' e preferisce alleanze più affidabili. E, in fondo, questa ipotesi di riforma in linea di principio non esclude nemmeno un'intesa con Sel e Idv. Del resto il segretario del Pd è stato incalzato dall'interno del suo partito - dall'ala lettiana in particolare - spinto a prendere posizione a favore di questo modello elettorale, l'unico che sancisce di fatto la possibilità di siglare un'alleanza con il Terzo polo. E però resta uno scetticismo di fondo, in casa piddi, dettato dal fatto che con l'annunciata battaglia sul mercato del lavoro e dopo la pausa estiva resterebbe davvero poco tempo per portare in porto le riforme.

Dall'altra parte della barricata c'è Angelino Alfano, almeno sulla carta sempre più in sintonia con Casini dopo l'accordo siglato sul Comune di Palermo. Epperò il segretario del Pdl ha ben presente tutte le difficoltà che deve affrontare, anche in chiave interna. Perché è ormai chiaro che Silvio Berlusconi è sempre più intenzionato ad attendere l'esito delle amministrative per verificare quale strade imboccare, fermo com'è al bivio delle alleanze. Resta la tentazione di rilanciare l'asse con la Lega, dalle parti di Arcore. Di contro, una fetta importante degli uomini vicini ad Alfano spinge per riannodare con il centro.

La reazione di una parte del Pdl, però, non ha mancato di manifestarsi, anche nelle ultime ore. Chi nel partito di via dell'Umiltà non crede nell'operazione Monti, in primis gli ex An, spera che la tensione sul mercato del lavoro in casa Pd possa contribuire al alzare la tensione, fino a spezzare la corda. Meglio votare prima della scadenza naturale della legislatura, anche con questa legge elettorale. Per questo Alfano cerca - e trova - sempre più spesso la sponda di Casini.

I leader, al termine della riunione di ieri, hanno deciso di riaggiornarsi. Si vedranno entro quindici giorni, ma è evidente che quanto più si avvicina la scadenza del voto amministrativo, tanto meno i leader potranno pronunciare una parola definitiva su qualunque argomento. Ormai tutti guardano all'otto maggio, quando le urne daranno indicazioni sul rapporto che i partiti terranno con il governo. E dello scenario che va profilandosi in vista del 2013.