Taranto: Guardia Costiera, recuperato metà del carburante
Posizionati 500 metri quadri di panne assorbenti. Nessuna falla nello scafo. ENPA: Poca prevenzione, incidenti frequenti. Greenpeace: è un avvertimento. Legambiente: Fondamentali controllo e prevenzione. Verdi: Fare piena luce su quanto accaduto
TARANTO - Metà del carburante perduto in mare dalla motonave East Castle, battente bandiera panamense e ormeggiata nel porto di Taranto, è stato recuperato dai mezzi anti inquinamento e «la situazione ambientale è sotto controllo». Lo comunica il comando generale delle Capitanerie di Porto. Dopo lo sversamento di idrocarburi scaturito dopo l'attività di svuotamento in mare delle casse di zavorra, la Guardia Costiera ha allertato la società designata per l'attività di antinquinamento portuale, che è intervenuta con un battello disinquinante e due rimorchiatori. Intorno alla nave sono state immediatamente posizionate - si spiega in una nota - panne assorbenti per un'area totale di circa 500 metri quadri.
Sono state effettuate ispezioni subacquee che hanno escluso anche la presenza di falle nello scafo. Tecnici dell'Arpa (Agenzia regionale protezione ambiente) hanno effettuato prelievi e campionamenti dell'idrocarburo su richiesta della Guardia Costiera ed è in corso un'ispezione che, secondo quanto già accertato, disporrà il fermo della motonave nel porto di Taranto oltre alla segnalazione all'autorità giudiziaria.
ENPA: Poca prevenzione, incidenti frequenti - L'incidente avvenuto a Taranto dove una nave a causa di una falla ha perso carburante nel Mare Grande, preoccupa anche l'Enpa, che denuncia: «C'è poca prevenzione, incidenti sempre più frequenti».
«Secondo quanto riportato dalla capitaneria di porto si tratterebbe evidentemente di un gravissimo atto di negligenza e imperizia», dichiara il direttore scientifico dell'Enpa, Ilaria Ferri, aggiungendo: «Lo sversamento in mare di ogni minima quantità di idrocarburi può avere un impatto devastante anche a lungo termine su tutto l'ecosistema marino».
Greenpeace: è un avvertimento - Quello che è successo a Taranto dove un nave a causa di una falla ha perso carburante nel Mar Grande, «è un avvertimento», sottolinea Greenpeace, l'associazione infatti «esprime sollievo per le notizie che ridimensionano la portata dell'incidente di Taranto che in un bacino chiuso come il Mar Grande avrebbe avuto un impatto devastante», ma si dice «è preoccupata per gli scenari 'petroliferi' che si preparano in Italia, e nel Golfo di Taranto in particolare».
Legambiente: Fondamentali controllo e prevenzione - Dopo l'incidente avvenuto a Taranto dove a causa di una falla su una nave panamense, si è riversato in mare carburante, Legambiente rilancia: «Lo sversamento di carburante problema ambientale numero uno dei mari. Presidio del territorio, Controllo e prevenzione fondamentali per la tutela di acque e coste».
«Lo sversamento di carburante in mare è uno dei principali problemi ambientali dei nostri mari e l'incidente di oggi a Taranto non è che l'ennesima conferma che sul trasporto marittimo sia di merci che di persone è necessario un controllo constante e puntuale», avverte Legambiente, aggiungendo: «Solo un'attenta operazione di presidio del territorio mare e di attento controllo e monitoraggio dello stato di salute delle acque può garantire la sicurezza e consentire un intervento tempestivo in caso di sversamento».
Verdi: Fare piena luce su quanto accaduto - L'incidente alla nave avvenuto nel Mar Grande di Taranto è «un fatto gravissimo e che pone con urgenza la necessità di liberare il Golfo di Taranto dal petrolio». Così in una nota il presidente nazionale dei Verdi Angelo Bonelli che aggiunge: «Chiediamo che su questo incidente sia fatta immediata e piena luce visto che quello di oggi non è il primo incidente in cui quantità rilevanti di idrocarburi sono state sversate in mare: lo scorso 19 gennaio 2012 una chiazza di idrocarburi molto estesa è stata rinvenuta sempre nel Mar Grande nei pressi di Punta Rondinella. Tra l'altro, questi ripetuti incidenti, evidenziano un allarme sicurezza enorme visto che, con l'ampliamento già approvato del Progetto 'Tempa Rossa' dell'Eni si avrà un raddoppio del traffico delle petroliere che passeranno dalle attuali 30 a 140».