18 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Codice della Strada

Severino «perplessa» sul reato di omicidio stradale

Il Ministro della Giustizia: Il rischio è che i Giudici assolvano se non riscontrano il dolo. Gli interventi del Governo sulla parte penale del ddl anticorruzione «saranno disponibili dopo Pasqua»

ROMA - Introdurre nel codice il reato di omicidio stradale, al fine di punire più severamente gli automobilisti che fanno vittime guidando in stato di alterazione per uso di alcool o droghe potrebbe produrre effetti controproducenti: a esprimere diverse «perplessità» tecniche è stato il ministro della Giustizia Paola Severino, nel corso della sua audizione in commissione Trasporti. «Non sono né a favore né contro l'introduzione di una nuova norma - ha precisato la guardasigilli - dico solo che se si vuole affrontare più efficacemente il problema di questo tipo di audizioni non basta etichettare una nuova norma come omicidio stradale, occorre fare qualcosa di più».
«Il punto fondamentale - ha osservato il ministro - è sempre stabilire se si tratterà di un omicidio doloso o colposo. Se voi considerate la differenza fra quello che uccide colposamente e quello che uccide dando una coltellata le differenze di pena ci devono essere e devono essere abbastanza verificabili». Quindi, ha aggiunto, «dovremmo comunque risolvere il problema psicologico». Questa proposta di introdurre l'omicidio stradale rischia di generare un reato che «automaticamente passerebbe nel rango dei delitti dolosi. Ma un giudice che non dovesse ravvisare il dolo, dovrebbe poi alla fine assolvere perché il fatto non costituisce il reato mancando il dolo. Il rischio è di ottenere l'effetto opposto a quello che si intendeva raggiungere».

Dopo Pasqua in Parlamento le proposte del Governo sulla corruzione - Gli interventi del Governo sulla parte penale del ddl anticorruzione «saranno disponibili dopo Pasqua». Lo ha precisato il ministro della Giustizia Paola Severino, conversando con i cronisti a margine della sua audizione sul Codice della strada in commissione Affari costituzionali alla Camera.
«Sui tempi ci sto lavorando», ha detto la guardasigilli, spiegando di aver risposto ai presidenti delle commissioni Giustizia e Affari costituzionali (la finiana Giulia Bongiorno e il pidiellino Donato Bruno) che avevano chiesto chiarimenti sulla tempistica dei lavori su questo tema.
Sulle altre questioni legate alla giustizia «i tempi dipendono dal Parlamento», ha aggiunto Severino, confermando però che «venerdì avremo un incontro con i capigruppo di Camera e Senato per dibattere degli aspetti politici dei vari provvedimenti, corruzione, responsabilità civile dei magistrati e intercettazioni».