30 marzo 2023
Aggiornato 07:00
Questione di fiducia alla Camera e al Senato

Liberalizzazioni, Giarda: Il Governo si è basato sul parere della Commissione Bilancio

Il Ministro per i Rapporti con il Parlamento: Di fronte ai rilievi della Ragioneria dello Stato ha dato comunque parere positivo. IdV: Su coperture attendiamo decisione Napolitano. Lega: Dl incostituzionale, il Presidente della Repubblica non firmi

ROMA - Nel porre la questione di fiducia sia al Senato che alla Camera sul decreto liberalizzazioni, il governo si è basato sul parere delle commissioni Bilancio che è stato favorevole nonostante i dubbi di copertura sollevati dalla Ragioneria generale dello Stato. Lo ha spiegato il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda, prendendo la parola in Aula alla Camera dove è in corso l'esame degli ordini del giorno al provvedimento su cui l'esecutivo ha ottenuto ieri la fiducia.
«La Ragioneria - ha spiegato Giarda - con la nota di verifica della relazione tecnica del 15 marzo ha fatto rilievi critici già espressi al Senato: i rilievi erano riferiti ad alcuni emendamenti di iniziativa parlamentare approvati durante l'iter al Senato, emendamenti che furono oggetto di valutazione da parte della commissione Bilancio di Palazzo Madama. La Commissione decise di non esprimere contrarietà sui punti che non erano stato verificati positivi dalla Ragioneria esprimendo parere favorevole. Su tale apprezzamento il governo si basò per porre la questione di fiducia al Senato. Sugli stessi profili critici proposti dalla Ragioneria alla Camera la commissione Bilancio della Camera, in aderenza a quanto deciso dal Senato, ha deciso, avendo valutato anche il contributo recato ed espresso dal rappresentante del governo, di esprimere parere non ostativo all'approvazione definitiva. Anche in quest'occasione il governo ha ritenuto basarsi su tale apprezzamento per porre la questione di fiducia alla Camera».

IdV: Su coperture attendiamo decisione Napolitano - «Giarda conferma che mancano le coperture. Siamo assolutamente insoddisfatti dalle parole del ministro per i rapporti con il Parlamento, perché lui stesso ha ammesso che su uno dei 5 punti delle liberalizzazioni sarà necessario un altro decreto». Lo afferma in una nota il vicepresidente vicario del gruppo Idv alla Camera Antonio Borghesi.
«Per quanto riguarda gli altri punti contestati dalla Ragioneria Generale, si è limitato a dire - spiega - che i comportamenti futuri delle pubbliche amministrazioni saranno improntati a virtuosità per evitare che vi siano nuovi e maggiori oneri per la finanza pubblica. Anche questo dimostra che siamo in contrasto con quanto previsto dall'art81 comma 4 della Costituzione sull'obbligo di copertura. Restiamo in attesa - conclude l'esponente dipietrista - delle decisioni del presidente della Repubblica anche alla luce della lettera che Italia dei Valori gli ha invitato».

Lega: Dl incostituzionale, Napolitano non firmi - La Lega chiede al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di non firmare il disegno di legge di conversione del decreto liberalizzazioni che oggi sarà approvato in via definitiva dalla Camera. «Il governo - ha detto il leghista Claudio D'Amico in Aula a Montecitorio - ha ammesso che il provvedimento in alcuni punti non ha copertura tanto che ci sarà bisogno di un decreto attuativo del ministero dell'Economia. Il presidente della Repubblica metta i puntini sulle «i», blocchi il provvedimento, non lo firmi. Spero ci sia la coscienza di non apporre la firma su un documento assolutamente incostituzionale».