25 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Costi della Politica

Stop ai vitalizi, ex Deputato denuncia Fini e Schifani

Il protagonista è Luca Alberto Paolo Bagliani: Truffa e abuso d'ufficio le accuse anche contro i Questori. Dipendenti della Camera, ok disincentivi a lasciare e sistema contributivo per tutti. Albonetti: I portaborse non saranno più sfruttati

ROMA - Gli cambiano le regole per il vitalizio, e lui denuncia Gianfranco Fini, Renato Schifani e i Questori di Camera e Senato. Con accuse non di poco conto: truffa, abuso d'ufficio, concussione, tra le varie ipotesi di reato. Il protagonista è Luca Alberto Paolo Bagliani, deputato della Repubblica nella XIII Legislatura, eletto con la Lega nel 1996 e poi passato all'Udr di Francesco Cossiga, che - a quanto si apprende da fonti parlamentari di palazzo Madama - avrebbe presentato una denuncia-querela ai Carabinieri di Verona.
Nella denuncia, Bagliani avrebbe sostenuto che le modifiche alle condizioni per il godimento del vitalizio hanno stravolto le sue aspettative e i suoi calcoli su quando iniziare a godere del vitalizio e sul suo ammontare. Milanese di 53 anni, con le vecchie regole Bagliani avrebbe iniziato a godere del vitalizio a 55 anni, mentre ora - avendo alle spalle una sola Legislatura - dovrà aspettare i 65. E con un assegno ridotto, visto il passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo.

Camera, sistema contributivo anche per i dipendenti - Via libera definitivo della Camera al sistema contributivo per i dipendenti di Montecitorio: l'ufficio di presidenza ha approvato questa mattina all'unanimità l'accordo che il Comitato per gli affari con il personale ha siglato ieri con tutte le organizzazioni sindacali adeguandosi alla riforma Fornero. Il nuovo sistema previdenziale viene applicato dal gennaio 2012. «Siamo il primo organo costituzionale che si adegua alla riforma Fornero», ha commentato il vicepresidente della Camera Antonio Leone al termine della riunione.

Dipendenti della Camera, ok disincentivi a lasciare - I dipendenti della Camera che hanno già maturato il diritto ad andare in pensione (cioè 41 anni di contributi per le donne e 42 per gli uomini) ma che non hanno ancora raggiunto l'età di vecchiaia necessaria potranno comunque lasciare ma saranno disincentivati all'esodo con un meccanismo di décalage a partire dal 10% dell'assegno. Lo ha stabilito l'ufficio di presidenza di Montecitorio che oggi ha deliberato in maniera definitiva l'adeguamento alla riforma Fornero, già operato sulle pensioni dei deputati, anche per il personale del Palazzo.
«Per chi ha già maturato i diritti - ha spiegato il questore della Camera Antonio Mazzocchi (Pdl) raggiunto al telefono - introduciamo una penalizzazione con l'obiettivo di sollecitare la permanenza al lavoro fino all'età pensionabile» che con la riforma Fornero si innalza progressivamente fino a raggiungere 66 anni nel 2018 e 67 nel 2022.

Albonetti: I portaborse non saranno più sfruttati - «Dalla prossima legislatura tutti i deputati avranno un collaboratore secondo una legge che ne stabilisce il contratto». Lo ha spiegato il questore della Camera Gaetano Albonetti (Pd) in una videochat con il Corriere.it. «Non sarà più possibile - ha assicurato - nessun tipo di sfruttamento».
Tuttavia, secondo Albonetti, «bisogna aumentare un po' la voce del rimborso eletto-elettore visto che, soprattutto se non ci saranno più le liste bloccate, il parlamentare avrà bisogno di qualche soldo per poter fare un po' di lavoro sul territorio».