20 aprile 2024
Aggiornato 02:30
Il rapimento di Rossella Urru

Urru «libera», ma la Farnesina non conferma

La Cooperante italiana liberata, secondo fonti mauritane. Da Madrid però filtra una notizia: Gli ostaggi stanno bene. Da Samugheo la famiglia conferma: Nessuna novità. Ong Cisp: Rossella ti aspettiamo con Ainhoa ed Eric

ROMA - Anche questa mattina la Farnesina non conferma la liberazione della cooperante italiana Rossella Urru e neppure dalla famiglia arrivano rassicurazioni di sorta. Ieri la notizia del rilascio di Rossella Urru era rimbalzata in Italia, lanciata da alcuni siti locali ma non suffragata dai fatti.
Secondo fonti mauritane - che peraltro non fanno cenno dei due ostaggi spagnoli rapiti con Urru, Ainhoa Fernandez ed Enric Gonyalons - la cooperante italiana sarebbe stata liberata in cambio di un militante islamico; ma la notizia non ha ricevuto alcun'altra conferma ufficiale. Altre fonti vicine alla mediazione hanno reso noto che il Movimento Unito per il Jihad nell'Africa Occidentale (Mujao) ha chiesto 30 milioni di euro per il rilascio degli ostaggi.

Da Madrid però filtra una notizia: Gli ostaggi stanno bene - Sta di fatto che sia l'inviato speciale del Ministero degli Esteri italiano per le emergenze umanitarie, Margherita Boniver, che il ministro degli Esteri spagnolo José Manuel Garcia Margallo si sono recati in Mali nelle ultime ore: Boniver, intervistata ieri da SkyTg24, si è limitata a dichiarare che se Urru fosse stata effettivamente liberata «lo sapremmo», mentre da Madrid è filtrata solo l'assicurazione che gli ostaggi «stanno bene».
Ufficialmente la missione del capo della diplomazia spagnola - che ha incontrato il presidente maliano Amadou Touré e l'omologo Soumeytou Maiga - aveva come obiettivo quello di chiedere la massima cooperazione di Bamako per velocizzare il più possibile il rilascio degli ostaggi, sequestrati il 22 ottobre scorso.
Il Mujao aveva rivendicato lo scorso dicembre il sequestro dei tre cooperanti, diffondendo poi anche un video degli ostaggi per dimostrarne le buone condizioni di salute. Secondo gli esperti, questa organizzazione sarebbe in realtà una 'sottosigla' dissidente di Al Qaida nel Maghreb islamico (Aqmi), a cui era stato attribuito in un primo momento il rapimento dei tre europei.

Da Samugheo la famiglia conferma: Nessuna novità - «Nessuna novità». E' laconico Graziano Urru, il papà di Rossella, la cooperante italiana rapita lo scorso 22 ottobre in Algeria e di cui ieri si era diffusa la voce della liberazione. Un fatto non confermato dal nostro ministero degli Esteri ma dato per certo dalla tv satellitare Al Jazeera e da altre fonti. Un giallo in piena regola, insomma, a cui si aggiunge la richiesta avanzata dal «Movimento unito per il Jihad in Africa occidentale», gruppo dissidente di Al Qaeda, che avrebbe chiesto 30 milioni di euro per la liberazione della Urru e dei suoi due colleghi spagnoli.
A casa Urru a Samugheo, si vivono ore di apprensione. Nell'abitazione degli Urru, davanti alla quale stazionano numerosi giornalisti e fotografi e cineoperatori, sono presenti il papà Graziano, la mamma Marisa ed i fratelli di Rossella, Fausto e Marco. Tutti molto provati. Sono passati dalla gioia dei festeggiamenti di ieri, non appena si è diffusa la notizia, al dramma dell'incertezza. A portare loro incoraggiamento sono stati il sindaco del paese, Antonello Demelas e il parroco, don Alessandro Floris, oltre ai numerosi parenti che sia ieri che oggi si sono recati nella casa della famiglia Urru.
Ieri anche il presidente della Regione Sardegna, Ugo Cappellacci, si era congratulato per la liberazione, purtroppo non confermata, della cooperante italiana: «Una gioia immensa e una grande commozione - ha scritto Cappellacci in una nota - la Sardegna intera si stringe in un forte abbraccio a Rossella e ai genitori e attende il ritorno nell'Isola di una ragazza che con il suo impegno rappresenta i migliori valori della società».

Ong Cisp: Rossella ti aspettiamo con Ainhoa ed Eric - «Cara Rossella, ti aspettiamo tutti con Ainhoa ed Enric»: è quanto si legge nel comunicato diffuso oggi sul proprio sito web dall'ong il Comitato Internazionale per lo Sviluppo dei Popoli (Cisp) per cui lavora la cooperante italiana, Rossella Urru, rapita lo scorso ottobre in Algeria.
«Il Cisp non smette un solo attimo di attendere con fiducia e speranza la liberazione della propria rappresentante nei campi saharawi (Algeria) Rossella Urru, rapita nella notte tra il 22 e il 23 Ottobre 2011 assieme a Ainhoa Fernandez de Rincon ed Enric Gonyalons - si legge nel comunicato, firmato dal direttore Paolo Dieci - continuiamo a fare giungere alla famiglia di Rossella, al papà Graziano, alla mamma Marisa, ai fratelli Fausto e Mauro e a tutta la comunità di Samugheo compatta attorno a loro il nostro abbraccio solidale e fraterno».
L'ong ha quindi ribadito nella nota che continuerà «a coordinare ogni sforzo con l'Unità di crisi della Farnesina, che ringraziamo e della quale condividiamo totalmente il richiamo alla riservatezza e al riserbo, condizioni essenziali in questi casi».