Basso: Le primarie di Genova hanno messo a nudo le nostre divisioni
Il problema è reale. Gli elettori hanno scelto il rinnovamento. Respinte le dimissioni del segretario ligure, Stumpo: Piena fiducia in Lorenzo Basso. Bersani: Daremo un contributo non banale ai progressisti europei
GENOVA - «Le primarie non hanno causato, ma messo a nudo, un problema reale, che risale a decenni di conflitti mai affrontati con forza e determinazione e quindi rimasti irrisolti all'interno della classe dirigente genovese, oggi confluita nel Pd». E' uno dei principali passaggi del lungo intervento del segretario ligure del Pd, Lorenzo Basso, durante la riunione della direzione regionale del partito, che ha respinto all'unanimità le sue dimissioni, presentate all'indomani dell'inattesa vittoria del candidato indipendente Marco Doria alle primarie del centrosinistra genovese.
Gli elettori hanno scelto il rinnovamento - «Le primarie di Genova - ha affermato Basso - hanno dato un segnale forte. Un segnale che va oltre i confini del capoluogo, che coinvolge tutta la Liguria e ha un rilievo nazionale. Dobbiamo interpretare questo segnale e dare risposte, senza esitazioni e senza calcoli di parte». Secondo il segretario regionale del Pd, «gli elettori hanno scelto il rinnovamento». «Marco Doria -ha sottolineato- ha tutte le caratteristiche per vincere ma, per farlo, serve un Pd compatto che ritorni ad essere protagonista, in particolare del programma».
«Il Pd - ha proseguito - è forte se sa scegliere con coraggio e dare un segno tangibile di rinnovamento, a cominciare dalle persone che lo rappresenteranno nella nostra lista. Guai a credere che, siccome il Pd non ha vinto, allora le primarie sono sbagliate», ha detto Basso. «Non possiamo scegliere primarie di coalizione -ha precisato- sul presupposto che servano solo a legittimare il nostro candidato» perché «chi sceglie le primarie ne accetta l'esito».
«Le primarie - ha concluso il segretario ligure del Pd - sono uno strumento che non si può giudicare a seconda del risultato, da osannare quando si vince, da demonizzare quando il loro responso non ci è favorevole».
Stumpo: Piena fiducia in Lorenzo Basso - «Il Pd ligure, con la fiducia unanime espressa ieri dalla Direzione al Segretario regionale, ha dimostrato di avere la capacità di gestire in autonomia e con successo la campagna per le amministrative, chiudendo in tempi rapidi e con scelte nette la crisi che si è aperta nel PD genovese dopo le primarie». Lo ha detto Nico Stumpo, responsabile organizzazione del Pd.
«Il programma di Lorenzo Basso, incentrato su una triplice innovazione di contenuti, di stile e di uomini, traccia un percorso ambizioso per rendere il PD più forte e autorevole, dando pieno sostegno alla candidatura di Marco Doria - ha aggiunto Stumpo -. La Segreteria nazionale esprime quindi piena fiducia nell'azione e nelle scelte del Segretario regionale. L'esperienza delle primarie è stata colta. Sono state gettate le basi per ritrovare l'unità e il protagonismo del PD nella coalizione di centrosinistra. Senza il PD non si vince, a Genova e non solo. E il PD a Genova c'è ed è forte».
Respinte le dimissioni del segretario ligure - Le dimissioni di Lorenzo Basso, il segretario ligure del Pd, sono state respinte all'unanimità dalla direzione regionale del partito. Basso aveva rimesso il suo mandato all'assemblea dopo la sconfitta dei due esponenti del Pd, il sindaco uscente Marta Vincenzi e la senatrice Roberta Pinotti, alle primarie del centrosinistra genovese. La vittoria del candidato indipendente Marco Doria, sostenuto da Sel e da Don Gallo, il sacerdote vicino ai movimenti, aveva infatti scatenato un terremoto all'interno del partito, costringendo anche il segretario provinciale Victor Rasetto a rassegnare le proprie dimissioni.
Bersani: Daremo un contributo non banale ai progressisti europei - «Siamo ormai una delle più grandi forze del progressismo e ci tocca anche portare un contributo che può non essere banale perchè abbiamo una ricchezza di culture che altri non hanno». Pier Luigi Bersani ha concluso così il seminario del Pd su 'Il mondo dopo le destre' invitando il partito a svolgere un ruolo centrale nell'ambito del progressismo europeo e internazionale.
«Il Pd non si stacca dai progressisti - ha spiegato il segretario - ma cerca di favorirne un'evoluzione non perchè vogliamo dettare il compito ma perchè non mi sfugge che in alcuni paesi, come la Svezia, i partiti socialdemocratico sono in crisi».
Bersani ha pensare in termini più ampi l'azione politica: «Non dobbiamo parlare più di Italia ma di Europa con dentro l'Italia» e quindi a superare il «dilemma dei socialisti europei, usciamo dall'eurocentrismo e allarghiamo la testa in un contesto più vasto, siamo già a nostro agio quando si tratta di andare oltre le antiche famiglie, anche se abbiamo i nostri difettucci: siamo ad un'ora di volo dalla Tunisia, ma discutere di Mediterraneo per noi è ancora un tema esotico, non l'abbiamo nel nostro ordinario quel che succede lì».p>