Scontro Pd-Pdl sulla RAI, Lei: Maccari al Tg1 e Casarin al Tgr
Duro Bersani: Frenare la distruzione. Gasparri: Istiga all'illegalità. Garimberti: Per ora non parlo, dopo il cda dirò ciò che penso. Butti (Pdl): Dalla sinistra attacco inaccettabile. Rizzo Nervo: Dg uccide l'azienda, il cda ne chieda le dimissioni
ROMA - Il direttore generale della Rai Lorenza Lei ha rotto gli indugi, inviando ai consiglieri di amministrazione il dossier che preannuncia le nomine che presenterà martedì al Cda: la proroga della direzione di Alberto Maccari al Tg1 (contratto in scadenza martedì prossimo), la promozione di Alessandro Casarin alla direzione della Tgr. Un blitz che dal centrosinistra viene attribuito a un patto notturno Pdl-Lega, i partiti considerati di riferimento dei due giornalisti e contro il quale aveva già sollevato dubbi il presidente della Rai Paolo Garimberti: «Prima del cda non parlo per rispetto del ruolo di garanzia», avrebbe oggi spiegato ai suoi, chiarendo però che dopo la riunione e il voto «dirò sinceramente e liberamente ciò che penso».
L'IDV annuncia una class action - «Dal Governo - hanno commentato in una nota congiunta i parlamentari Vincenzo Vita del Pd e Beppe Giulietti del gruppo Misto, portavoce dell'associazione Articolo21 - ci attendiamo quanto meno l'immediato inserimento nel provvedimento sulle liberalizzazioni di una norma straordinaria relativa alla Rai e che spezzi radicalmente ogni interferenza indebita ed ogni cordone ombelicale, di qualsiasi natura». Per Antonio Di Pietro «è necessaria ed urgente una riforma che ridia respiro al nostro sistema d'informazione, valorizzando le professionalità interne all'azienda e ridisegnando il suo assetto gestionale». Il suo partito, l'Idv, ha annunciato una class action contro l'azienda se per le nomine fosse decisivo il voto del consigliere in quota Pdl Antonio Verro, recentemente proclamato deputato ma che non si è dimesso dal suo posto al vertice della tv pubblica.
Durissimo Pier Luigi Bersani: «E' ora di mettere un freno alla progressiva distruzione di una società pubblica. Spero che il Cda non consenta questa deriva», ha detto, chiamando in causa il Governo: «Occorre mettere mano urgentemente, anche su iniziativa dell'esecutivo, ad una riforma della governance della Rai». Anche secondo Carlo Rognoni, in passato componente del Cda Rai, oggi responsabile del Forum Pd per la Riforma del sistema radiotelevisivo, ha chiesto un intervento di Monti: «Ci aspettiamo - ha affermato - che di fronte ad una crisi di governo dell'azienda Rai così drammatica l'azionista Tesoro si assuma le sue responsabilità».
Gasparri: Bersani istiga all'illegalità - «Non ci faremo certamente intimidire - ha replicato tra gli altri il senatore del Pdl Vicenzo Fasano - dai tanti compagni che conoscono benissimo le regole della lottizzazione ed oggi vorrebbero imputarle in capo agli altri». Gli ha fatto eco il suo capogruppo Maurizio Gasparri, parlando di «indegna aggressione politica». Per l'esponente azzurro «Bersani istiga all'illegalità».
Garimberti: Per ora non parlo, dopo il cda dirò ciò che penso - Per ora no comment dal presidente della Rai Paolo Garimberti sulle proposte di nomina alla guida di Tg1 e Tgr, ufficializzate oggi dal dg Lorenza Lei. «Prima del cda non parlo per rispetto del ruolo di garanzia», avrebbe spiegato ai suoi, chiarendo però che dopo la riunione e il voto «dirò sinceramente e liberamente ciò che penso».
Nei giorni scorsi Garimberti non ha nascosto perplessità di fronte alle notizie sulla conferma di Maccari alla direzione del Tg1.
Butti (Pdl): Da sinistra attacco inaccettabile ad autonomia azienda - Il Pdl difende le scelte del dg Rai per la guida di Tg1 e Tgr e denuncia «l'attacco inaccettabile della sinistra all'autonomia dell'azienda». «Mi chiedo - afferma Alessio Butti, capogruppo Pdl in commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai - se sia possibile per la Rai lavorare in autonomia e soprattutto il direttore generale decidere in piena libertà secondo il bene dell'azienda. Senza l'assillo di sedicenti libertari democratici della sinistra».
«Pensare che Maccari e Casarin siano lottizzati - dice ancora Butti - è veramente un'offesa per questi due professionisti. Significa non conoscere la loro storia, la loro professionalità e soprattutto i risultati raggiunti in questi anni all'interno delle loro redazioni. La verità è che l'ansia da bulimia lottizzatrice è di questa sinistra parlamentare e politica che si riempie la bocca di belle parole, ma poi se non è accontentata grida e minaccia. Tutto ciò è inaccettabile oltre che in malafede».
«A questi signori - insiste l'esponente Pdl - basterebbe ricordare la difesa ad oltranza di Santoro per rendersi conto della loro falsità. Avrebbe dovuto fare sfracelli una volta andato via dalla Rai, ed invece il suo successo si è ridotto ad un misero 6-7 per cento. Basta perciò con queste continue intromissioni e si lasci la Rai decidere secondo logiche di mercato ed in piena autonomia aziendale».
Orfini (Pd): Il cda respinga questa vergogna - Il Pd attacca il direttore generale della Rai per le nomine proposte. «Le proposte avanzate dalla Lei sono incredibili», commenta Matteo Orfini, responsabile cultura e informazione del partito, augurandosi che «il cda respinga questa vergogna». «Ma certo il dg ha colto l'ennesima occasione per dimostrare la sua totale inadeguatezza», afferma.
«La storia di questi giorni - sottolinea ancora Orfini - dimostra che il dg è come l'ultimo giapponese che si ostina a combattere una guerra finita, tentando di militarizzare con la forza il servizio pubblico per cieca fedeltà a una coalizione politica che litiga su tutto ma si accorda quando si tratta di lottizzare».
Rizzo Nervo: Dg uccide l'azienda, il cda ne chieda le dimissioni - Il cda della Rai dia martedì «un forte segnale di indipendenza», rinvii al mittente le proposte di nomina alla guida di Tg1 e Tgr del dg Lei e le chieda di dimettersi. E' l'«ultimo e accorato appello» che rivolge ai colleghi il consigliere di amministrazione Nino Rizzo Nervo.
«Avevo sperato - afferma il rappresentante Pd a viale Mazzini - in un sussulto di autonomia da parte del direttore generale ma così non è stato. Le proposte di nomina della dottoressa Lei dimostrano ancora una volta la sua continuità con una gestione politica della Rai che sta uccidendo l'Azienda. Oggi si chiede persino di violare le regole che questo stesso Cda si era dato due anni fa: il divieto di affidare posizioni di line ai dipendenti andati in pensione. Purtroppo non è la prima volta che il direttore generale compie atti gestionali - lamenta Rizzo Nervo - calpestando la normativa aziendale e bene avrebbe fatto il Consiglio, come avevo sollecitato, a non chiudere gli occhi».
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