19 aprile 2024
Aggiornato 04:00
Il naufragio della Costa Concordia

La Concordia è stabile, lo svuotamento non ostacola le ricerche

Muta lo scenario dopo le analisi del comitato scientifico della Protezione civile che sembra ora congiurare a favore del recupero sia delle nave, sia delle 2400 tonnellate di carburante in essa contenute

GROSSETO - Muta di colpo lo scenario dell'emergenza Costa Concordia: la nave non si sta allontanando dal basso fondale a ridosso del porto dell'isola del Giglio, dove è naufragata il 13 gennaio, ma, al contrario, si sta addirittura «schiacciando», «adagiando, «riposando» in quel punto, alto venti metri. Tutto, dall'analisi del comitato scientifico insediato sull'isola, e coordinato dal Capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, sembra ora congiurare a favore del recupero sia delle nave, sia delle 2400 tonnellate di carburante in essa contenute.

«Il pericolo che la nave collassi strutturalmente è remoto», ha spiegato oggi Massimo Avancini, dirigente del Ministero dell'Ambiente. Persino le «deformazioni plastiche» generate dal semi-affondamento stanno aiutando la nave a non muoversi da lì. E le tanto temute mareggiate non sono più uno spauracchio: «il moto ondoso», ha detto ancora Avancini, «accresce il coefficiente di sicurezza». L'allarme potrebbe scattare solo per onde alte più di due metri e mezzo, ma «storicamente è un evento altamente improbabile», davanti al porto del Giglio.

E allora domani la Meloria, il pontone che porterà i macchinari per cominciare a mettere mano alle cisterne della Concordia, potrà avvicinarsi senza preoccupazioni né per la stabilità della nave, né per il prosieguo delle ricerche. «Siamo pronti a dare il via all'aspirazione del carburante», ha ripetuto oggi Gabrielli. Ma tra il «pronti» e il «cominciare davvero» ci sono ancora passi da compiere, è difficile che domani si inizi a pompare via carburante. I sub a disposizione della Smit and Salvage, ad esempio, devono andare in avanscoperta. Il piano di bunkeraggio, cioè di intervento nel caso in cui qualcosa dovesse andare storto, è stato ultimato, con la sua cintura di panne assorbenti e la nave anti-inquinamento Orione in grado di dividere l'acqua dagli idrocarburi.

Il comitato, ha poi sottolineato Gabrielli, ritiene che «le ricerche all'interno della Concordia e il bunkeraggio per poter svuotarne i serbatoi» siano » attività assolutamente e parallelamente compatibili». Nessuno stop dunque alle ricerche, né per quanto serve alla Procura di Grosseto nell'ambito delle indagini, né per i corpi che la nave deve ancora restituire. Oggi è stata la volta di altre due donne, tra cui ci sarebbe «probabilmente» la sposina di Biella, la povera Maria D'Introno, 30 anni, che non era in grado di nuotare.