Maroni: La strada è lunga, ma possiamo battere la mafia
L'ex Ministro traccia il bilancio dei suoi 3 anni e mezzo al Viminale: Ventotto superlatitanti catturati su trenta, 55mila beni sottratti alla mafia per oltre 25 miliardi di euro. Gasparri: Bisogna fare chiarezza sul Generale Mori
NOVARA - Ventotto superlatitanti catturati su trenta, sei mafiosi arrestati ogni giorno, comprese le feste comandate, 55mila beni sottratti alla mafia per oltre 25 miliardi di euro. Roberto Maroni, ex ministro dell'Interno, davanti alla platea degli studenti del liceo scientifico Carlo Alberto di Novara ha stilato un bilancio dei suoi tre anni e mezzo al Viminale.
La lotta alla criminalità organizzata, ha spiegato ai ragazzi l'esponente leghista, si fa «con le forze dell'ordine, ma anche con una lotta culturale, parlando e rifiutando la mentalità mafiosa», ha precisato Maroni, che è stato invitato a Novara da Federico Mazzaron, sedicenne rappresentante dell'istituto e dal preside Mauro Verzeroli.
«La mafia, come diceva Borsellino, può essere vinta, è un fenomeno umano e come tale avrà un inizio e una sua fine», ha detto Maroni nel corso del suo intervento sottolineando che «rispetto a dieci anni fa ha cambiato pelle, ma oggi ci sono gli strumenti legislativi per batterla».
Gasparri: Bisogna fare chiarezza sul Generale Mori - «Un servitore dello Stato come il generale Mori merita che sia fatta chiarezza e scritta tutta la verità sulle vicende che lo vedono coinvolto. Bene ha fatto il tribunale di Palermo a decidere quindi di ascoltare come testimoni l'ex presidente del senato Nicola Mancino e l'ex presidente del consiglio Giuliano Amato». Lo afferma il presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri.