20 aprile 2024
Aggiornato 12:30
Riforme | La Legge elettorale

Legge elettorale, il PD non vuole il cerino in mano: Noi pronti

Si pensa a mozioni sulle riforme. Moratoria sul dibattito di merito, ovvero sulla disputa tra filo-maggioritario e filo-proporzionale, e disponibilità totale del partito a discutere, purché siano rispettati criteri minimi. Idv: Napolitano garantisca la partecipazione di tutti

ROMA - Il Pd è pronto a sedersi a qualunque tavolo per cambiare la legge elettorale e per dimostrare buona volontà si studia l'ipotesi di presentare mozioni in Parlamento che impegnino ad affrontare sia le riforme istituzionali che, al termine del percorso, il meccanismo di voto. Pier Luigi Bersani, oggi, è andato da Giorgio Napolitano forte della posizione fissata ieri sera durante il «caminetto» del Pd, dedicata proprio alla legge elettorale: moratoria sul dibattito di merito, ovvero sulla disputa tra filo-maggioritario e filo-proporzionale, e disponibilità totale del partito a discutere, purché siano rispettati criteri minimi. La convinzione di Bersani, e anche degli altri dirigenti Pd, è che il Pdl non voglia cambiare la legge e questo potrebbe coinvolgere anche il Pd nel giudizio negativo dell'opinione pubblica, se non si rende chiaro chi è che ostacola la riforma.

Bersani: Noi pronti a riformare la legge - La bocciatura del referendum elettorale, infatti, può creare un ulteriore ondata di anti-politica, perlomeno tra gli oltre un milione di italiani che avevano firmato il quesito. Lasciare la legge elettorale così com'è può attirare la rabbia dei cittadini. Valutazione che è sia del capo dello Stato che del vertice Pd. E Bersani vuole mostrare che il Pd è diverso, che i democratici sono pronti a riformare la legge. Di qui l'idea di provare la strada delle mozioni parlamentari per smuovere le acque e, nel caso la cosa non dovesse essere praticabile, avviare l'iter sulle riforme al Senato e sulla legge elettorale alla Camera.
«Noi - ha detto Bersani dopo avere incontrato Napolitano - abbiamo la nostra proposta di legge elettorale già depositata in Parlamento e siamo quelli che vogliono essere flessibili, aperti alla discussione con gli altri partiti in Parlamento». Enrico Letta, vice-segretario del partito, si spinge oltre: «La priorità numero uno per la nuova legge elettorale è che i parlamentari siano eletti dai cittadini e non nominati dai partiti. Su tutto il resto si può discutere, su questo no». Un altro esponente Pd, vicino a Franceschini, spiega che la soluzione può essere una «via di mezzo tra modello spagnolo e modello tedesco». Frase che la dice lunga, visto che i due sistemi disegnerebbero assetti istituzionali completamente diversi, in Italia.
Di fatto, il Pd ha accantonato la propria proposta «semi-ungherese» e il dibattito interno pur di rimandare la palla nel campo del Pdl. In realtà, Veltroni resta un fautore del sistema uninominale maggioritario e, in subordine, del modello spagnolo; Franceschini spinge ormai per il tedesco, per avere un'interlocuzione con il Terzo polo; Bersani mantiene una posizione più «laica» sul modello di legge elettorale, convinto che il Pd resterebbe centrale comunque. Di fatto, la discussione vera è rinviata, come spiega uno dei partecipanti alla riunione di ieri sera: «Per ora, dobbiamo fare in modo di mettere il tema in agenda». Al limite, sarà centrodestra ad assumersi la responsabilità di dire no.

Enrico Letta: Stop ai Parlamentari nominati - Per il vice-segretario del Pd Enrico Letta ci deve essere un solo punto irrinunciabile nella discussione sulla legge elettorale, evitare che i parlamentari siano ancora «nominati» dai vertici dei partiti, mentre sul resto «si può discutere». Letta lo ha scritto su twitter: «La priorità numero uno per la nuova legge elettorale è che i parlamentari siano eletti dai cittadini e non nominati dai partiti. Su tutto il resto si può discutere, su questo no».

Idv: Napolitano garantisca la partecipazione di tutti - «Facciamo un appello al presidente della Repubblica ed ai presidenti delle Camere affinché garantiscano a tutte le forze politiche presenti in Parlamento la possibilità di partecipare al dibattito sulle riforme istituzionali e particolarmente su quella della nuova legge elettorale». E' quanto afferma in una nota il portavoce dell'Italia dei Valori, Leoluca Orlando.
«Non sarebbe tollerabile che, proprio su un argomento così delicato che riguarda la sovranità popolare ed uno strumento fondamentale di garanzia per la democrazia, si volessero escludere alcuni ed includere altri - avverte Orlando -. Non bisogna mai dimenticare che qualunque modifica della nuova legge elettorale dovrà rispettare un organo costituzionale qual è il comitato promotore del referendum e le oltre un milione e 200 mila firme raccolte in poche settimane. Noi dell'Italia dei Valori vigileremo attentamente affinché la nuova norma non sia in contrasto con lo spirito referendario».